Gli appassionati di robot del passato più di una volta hanno dimostrato che i confini di una passione non si limitano ad una semplice collezione di robot in una vetrinetta ma, quando si hanno capacità, mezzi e molto impegno, si è in grado di realizzare qualcosa di eccezionale.
E’ il caso di Leonardo Bonasia di Bitonto (Bari) che, grazie alle sue abilità di carpentiere, ha realizzato lo Spacer di Goldrake interamente in metallo e di dimensioni ragguardevoli! Un oggetto davvero unico che ha richiesto ore di lavoro per lavorare il metallo, saldarlo, colorarlo, stuccarlo e renderlo un prodotto finale unico nel mondo.
Quanto è grande? Beh mettiamola così: se fosse stato un pelo più grande Leonardo avrebbe potuto fare lui stesso l’agganciamento…
L’INTERVISTA:
Mondo Japan: Quanto è grande Lo Spacer? Quanto è pesante?
Leo: lo spacer ha un diametro disco di 40 cm,apertura alare 78cm,pesa circa 16,200 kg
MJ: Come ti è venuta in mente una simile impresa?
Leo: tutto nasce quando mio figlio inizia a entrare nel mondo dei cartoni animati , io da padre ormai quarantenne inizio a fargli vedere i cartoni animati che guardavo io da bambino , poi succesivamente gli compro un goldrake con tanto di spacer e se proprio devo dirla tutta piaceva più a me avere goldrake.Inizio a collezionare tutti i vari robot che guardavo da bambino ,e guardando i vari modellini inizio a pensare “ ma caspita questi posso costruirli in acciaio belli grandi “ ovviamente bisogna avere delle basi per poter lavorare l’acciaio è tutto materiale che si trova nell’industria metalmeccanica
MJ: Quante ore di lavoro ha richiesto complessivamente?
Leo: circa 200 ore non ricordo l’esattezza
MJ: Quale è stato l’ostacolo più difficile?
Leo:sinceramente nella lavorazione non trovo alcuni ostacoli sono molto abile nel modellare, come ostacoli metterei dare il lavoro a terzi “cosa che odio” ad esempio trovare un venditore di vernici che prepara il colore fedele alle anime non è stato facile, e reperire l’acciaio indispensabile per iniziare i lavori che tra l’altro bisogna ordinare con largo tempo di anticipo altrimenti si perde molto tempo.
MJ: Che tipo di colori hai usato? Come hai fatto a colorarlo?
Leo: Ho usato la stessa tecnica che si usa in carrozzeria per le auto Prima di tutto bisogna stuccare con lo stucco metallico tutte le imperfezioni per poi carteggiare. Dopo si da un fondo apossidico a stucco che lega molto bene sul ferro e toglie tutte le piccole imperfezioni , dopo di che si passa ai colori che sono 6 in tutto quindi ho dato prima il bianco poi si maschera con del giornale e si passa al rosso modellato e via dicendo, finito i sei colori tra un colore e l’altro rimane una specie di micro gradino e quindi si vernicia per intero con una vernice trasparente ovviamente di vernice trasparente ci sono 2 tipi lucido e opaco , io ho scelto l’opaco perché essendo macchina da guerra gli si addice meglio.
MJ: Quante ore ci sono volute per la sola colorazione?
Leo: calcolando che sono 6 colori uno su l’altro si impiega 6 giorni di circa 3 ore al giorno Perché bisogna dar tempo che asciughi la vernice
MJ: Possiedi un oggetto unico al mondo: pensi di venderlo?
Leo: Sì, penso di venderlo da premettere che uno spacer di questa entità non entra nella categoria della plastica e della industria che ne sfornano mille al giorno Questo è un lavoro di alta meccanica tutto manuale e sicuramente avrà il suo bel prezzo.
MJ: Dove metterai un oggetto così grande ed imponente come lo Spacer?
Leo: Fortunatamente ho una casa grande ho preparato in una stanza una scrivania enorme dove poserò tutte le mie opere.
MJ: Ora che lo spacer è finito hai altri progetti in cantiere?
Leo: Lo spacer è stato il mio secondo progetto.
Il primo progetto è stato il minidisco di vega un disco del diametro 17 cm apertura alare 27 cm peso
2.300 kg in scala con lo Spacer.
Succesivamente (ci sto lavorando sopra) un big shooter unico al mondo lungo 80 cm apertura alare 95 cm peso 33.200 kg.
Ed il brain condor di circa 80 cm lungo ma non so dirvi altro perché è in lavorazione.
Altri progetti vorrei completare tutte le navicelle a me interessate cioè pilder di Koji Kabuto,
Goldrake 2 di Alcor, trivella spaziale di Maria Fleed, delfino spaziale di venusia e astronave madre di Hydargos
MJ: Se qualcuno ispirato da questo articolo volesse cimentarsi anche lui in creazioni dello stesso tipo, quali sarebbero i tuoi consigli?
Leo: bisogna avere molta esperienza con l’acciaio altrimenti ci si può far seriamente male. Gli attrezzi sono saldatrice: pericolosa per gli occhi
Taglio plasma manuale (tipo fiamma ossidrica o cannello): ti ci puoi bruciare
Mola da taglio: ti ci puoi tagliare
Quindi se non si è predisposti con esperienza non cimentatevi… Io ho una esperienza trentennale .
MJ: vuoi aggiungere altro per i lettori di Mondo Japan?
Leo: siete tutti invitati a toccare con mano
MJ: Grazie per l’intervista: un saluto!
Leo: grazie a voi arrivederci
ED ECCO LA GALLERIA CHE MOSTRA TUTTE LE FASI DEL PROGETTO!