Di Big Robot abbiamo già parlato in questo articolo. Quello che non tutti sanno è che è nato un progetto (tutto italiano) per portare Big Robot nelle teche di tutti gli appassionati collezionisti italiani.
Si tratta della italian Gokin Line, una linea tutta italiana di modellismo, ma chiediamo a loro maggiori lumi:
Chi ha avuto l’idea di Creare L’Italian Gokin Line e perché?
IGL: l’idea è nata quasi per scherzo da tal MTJ, fondatore della IGL e praticamente il project manager/finanziatore/promoter/networker a tutto campo di questo progetto Big Robot, il quale nel 2013 trovando per pure caso in una fumetteria la ristampa Kappalab del volume 1 di “Big Robot – La Minaccia di Orkus” si ricordo’ di un tal Big Robot fumetto della Edizioni Bianconi del lontano 1980 che campeggiava nelle edicole, allora folte di fumetti di Topolino, Braccio di Ferro, robottoni giapponesi e altro…
MTJ, non limitandosi a leggere le sole vignette ma spingendosi a scavare nella storia del soggetto e il suo creatore Alberico Motta, si rese conto che questo soggetto singolare non ebbe nessuna release televisiva e addirittura di giocattolo o gadget. Praticamente, se da una parte i giapponesi e americani avevano al tempo già compreso l’importanza del merchandising a tutto campo e quindi di lanciare un soggetto attraverso cartone animato – fumetto – giocattolo – gadgets, ….la Edizioni Bianconi con le sue armi obsolete si era limitata al fumetto, di fatto destinando il Big robot a estinguersi rapidamente tra i giovani followers di allora.
Ed è in questa cornice che MTJ ha caparbiamente deciso di creare questa IGL per dare vita a di fatto il primo Big Robot mai creato dal 1980 a oggi.
La linea tratterà esclusivamente Big Robot o eventualmente anche altri della medesima o di altre serie? In parole povere: siete nati per restare o è un progetto che si esaurirà?
IGL: il Big Robot è praticamente un soggetto quasi unico nella panoramica italiana robotica. A differenza delle serie giapponesi non ci sono le centinaia di soggetti con cui avviare trattative di acquisizione diritti e lancio dei robot stessi. Dall’altra parte il Big Robot contiene al suo interno una serie di personaggi che potrebbero essere presi per realizzare dei soggetti ulteriori (un po’ come HLpro con i tanti personaggi tratti da serie Goldrake o Evolution Toy con i mecha nemici limited edition tratti dalla serie Mazinga). In Big Robot abbiamo soggetti quali i robot Luno e Trone, astronave Sunbeam, base Union, action figure di personaggi principali quali Antares o Fuhrer, ecc.
Per dire che il progetto IGL non è nato con l’idea di esaurirsi ma di trovare nuova linfa se il “volubile” mercato collezionistico lo regge. Nel 2015 infatti IGL ha fatto anche una attenta scansione dell’appetibilità potenziale del prodotto, da cui la decisione nel 2016 di non limitarsi a qualche proto da fiera ma di fare una release in serie, per quanto poi sia limited edition e con i compromessi legati alla limited edition. E questo percorso dovrà essere ripetuto per ogni eventuale altro soggetto.
In quale materiale è stato realizzato Big Robot?
IGL: in questa uscita limited edition è realizzato in resina poliuretanica ad alta densità, snodato per pose dinamiche (snodi in ABS a caviglie, ginocchia, anche, vita, gomito, spalla, collo). Altezza quasi 23 cm per 350g circa. Per ulteriormente fermare tutte le ipotesi del caso …in nessuna parte è presente del Diecast, come si spiega anche nella risposta successiva.
Il risultato finale vi ha soddisfatto? Quali sono stati i follow up degli esperti collezionisti italiani?
IGL: siamo nel complesso soddisfatti del lavoro fatto, visto e considerato che è una realizzazione “all made in Italy” e con tiratura limitata.
L’unico aspetto su cui abbiamo avuto un po’ di scoramento è sul fatto che sui piccoli numeri l’utilizzo del diecast, inizialmente preventivato da cui il “Gokin” di Italian Gokin Line, è proibitivo! Per davvero la IGL era stata così denominata perché l’idea era di arrivare a un robot diecast stile Aoshima o HLpro!
Per cui come soluzione finale si è puntato a realizzare un Big Robot che per dimensioni e cura nei dettagli estetici fosse in par con i diecast di tante case blasonate. E difatti l’impatto estetico di molti collezionisti alla vista dello stesso nella vetrina di Luccacomics 2016 era di trovarsi di fronte a un chogokin! Ci sono ovviamente i detrattori di questa scelta del non uso del diecast, del non sentire il kilo di zama in mano… ma la cosa non ci scoraggia in quanto non sono conoscitori dei numeri (analisi costi e tirature) che stanno dietro a questo progetto che sulla carta e anche di fatto …è tutto in salita! Ci sono almeno 3 rampe importanti che la IGL sta affrontando contemporaneamente:
– lanciare un progetto start up, che non si tratta di recolor, custom, piccole aggiunte di accessori, lievi modifiche di un robot esistente, ecc.
– lanciare un Big Robot soggetto praticamente sconosciuto anche ai più accaniti conoscitori del genere robotico,
– lanciare una produzione tutta italiana “limited edition”
Come ha commentato la cosa Alberico Motta?
IGL: super entusiasta! Abituato a vedere i numeri dei fumetti limited i cui costi sono più contenuti, era particolarmente sorpreso all’idea che IGL si facesse carico di una costosa promotion / prototipazione / produzione / ecc di un soggetto così di nicchia come il suo Big Robot! E, entusiasmo suo a parte, il progetto ha avuto Alberico ora 80enne fin dall’inizio nella definizione del mecha definitivo (dimensioni/proporzioni/colori…si sono arrivati a fare tra i 15 e 20 bozzetti in 3D!) e del tanto materiale grafico prodotto dal 2015 a oggi, incluso il box a contenere il robot…box la cui grafica è stata realizzata appositamente da Alberico in persona ora che ha 80 anni…respect !
Quali sono state le difficoltà nella realizzazione e quali sono le strade che tornando indietro non percorrereste più?
IGL: decisamente la prototipazione, …che per una start up come IGL era una cosa che per la prima volta si doveva affrontare! Innumerevoli i cambi di direzione in corsa e i proto concepiti durante il percorso!
Strade da non percorrere più? Ebbene durante il corso del progetto e in particolar modo da fine 2015 quando uno tra i primi proto Big Robot era stato esibito a Luccacomics 2015, ci sono stati vari soggetti anche molto noti che hanno provato entusiasticamente a entrare nel progetto come collaboratori a vari livelli, …e che di fronte alle difficoltà tipiche di una start up e non vedendo grandi profitti all’orizzonte di fatto hanno poi tirato il freno a mano, oltre che aver ritardato di molto certe fasi del progetto….si pensi che quello che sarà una release Marzo-Aprile 2017…doveva essere una release già con LC2016 o fine anno 2016!
Come stanno andando i pre-orders, siete soddisfatti del riscontro?
IGL: molto soddisfatti, avviato campagna preorders al 20 dicembre a questo ritmo entro gennaio contiamo di fare il sold out. Si sta facendo tutto direct da pagina FaceBook a compratore finale per di fatto tagliare extra costi di distributori e dei venditori a dettaglio. Di fatto in questa prima fase si è voluto dare un tributo al dignitoso “fare italiano”, quello che sta venendo sempre meno in un mercato globale dove lo sweatshop cinese viene paradossalmente e inconsciamente accettato dai perbenisti nostrani che tanto perorano i diritti dell’uomo.
Molti i followers che credendo al progetto già da fine 2015 e Luccacomics 2015 ci scrivevano per supportarci e darci un riscontro numerico sulla vendibilità dello stesso.
C’è qualcosa in più che vorreste comunicare ai nostri lettori?
IGL: inizialmente il progetto era nato per realizzare questo “gokin” fine a se stesso per un mero collezionistico robotico, per la felicità di quei collezionisti completisti che devono avere anche un Big Robot in vetrina da affiancare ai robot giapponesi.
Poi con il tempo, dall’inizio del progetto di fine 2014 a oggi, IGL ha realizzato che la portata del progetto va ben oltre il mero gokin…si è realizzata fino in fondo l’unicità e originalità del progetto, con quel senso di malinconia nello scoprire un mondo del fumetto italiano dimenticato che già a partire da metà anni 70 vedeva la sua spirale di discesa vittima di un sistema nippo-americano più strutturato per essere una macchina di merchandising da soldi. Per questo motivo il Big Robot start pack, indipendentemente dal materiale con cui è stato fatto, ha al suo interno i 2 volumi ristampa Kappalab del Big Robot (contrariamente a chi si aspettava la classica basetta di appoggio stile Soul of Chogokin!) e la card firmata (in originale!) dall’Alberico Motta in persona, oltre a un box by Alberico Motta la cui grafica non è casuale…e pure il video musicale by MTJ&Sexxx per quella sigla in chiave cartoon di un Big Robot mai concepita!
Quindi questo pack, prima che un gokin, vuole infatti essere un tributo a tutto tondo a tutti quelli che fino all’ultimo hanno cercato di resistere soli e indifesi all’assedio di quella macchina da guerra nippo-americana che aveva capito già negli anni 70 la potenza del merchandising, un’arma letale che se allora si scatenava in modo soft, ad oggi si scatena come una bomba H che alimenta passioni volubili al servizio del consumismo e annienta quel concetto di passioni radicate che caratterizzavano generazioni di qualche decennio fa.
Chi volesse ordinare il pezzo può raggiungere la Italian Gokin Line sulla pagina facebook qui: https://www.facebook.com/Italian-Gokin-Line-838999556152040/