Ci sono dei capi saldi delle arti figurative. Opere delle quali un appassionato sa tutto, opere imprescindibili per chiunque voglia andare avanti coltivando una passione.
Il Signore degli Anelli prima per il romanzo fantasy, poi per il cinema.
Game of Thrones che ha seguito il percorso inverso rivolgendosi alla serialità televisiva.
Le opere di Toriyama, Taniguchi e Tezuka per chi si avvicina al fumetto orientale.
Tutti progetti monumentali che segnano profondamente il lettore allontanandolo dalla ritualità quotidiana catapultandolo in un mondo lontano, diverso ma, nella sua coerenza ed estensione, percepito come reale o realistico. La meta di una futura vacanza o lo scopo di una vita (in alcuni casi molti letori non si darebbero pace se non ci fosse un finale per GOT!).
Nel fumetto americano una posizione di spicco la occupa (e dovrebbe occupare uno spazio nella libreria di tuti accanto ai miti immortali della letteratura citati sopra) BONE, la monumentale saga fantasy umoristica di Jeff Smith, vincitrice – non a caso – di 11 Harvey awards e ben 10 Eisner Awards!!
I tre Bone protagonisti della storia, novelli hobbit privi di fattezze umane, non sono fratelli dimenticati da Casper il fantasmino tanto per cominciare. Sono personaggi che vengono accettati dalla comunità della Valle come stranieri ma senza particolari retropensieri. Al loro fianco poi troviamo Nonna Ben, Thorne e Lucius il gestore della Taverna. Intorno a loro gli altri abitanti della foresta con cui i Bone riescono a comunicare e interagire, a partire dagli animali, fino alle creature Ratto, servi della terribile Locusta, che infestano la zona.
Tutto inizia con toni molto leggeri, tipici commediali. I tre Bone di carattere estremamente diverso l’uno dall’altro, vengono esiliati da Boneville e si ritrovano alla ricerca di Thorne, una persona che potrebbe farli tornare a casa.
Nuove persone, nuove abitudini e in un lampo ci troviamo in un altro tempo: dalle descrizioni infatti sembra che Boneville sia molto simile al nostro mondo mentre il resto della valle è il classico susseguirsi di villaggi, foreste e location abbastanza stereotipate dalle saghe fantasy.
Il cattivo della storia, il Signore delle Locuste, ma anche tutti i personaggi che si alterneranno come villain dei singoli episodi sono ben costruiti e quasi mai completamente cattivi: quella posizione è occupata solo dal Signore stesso e dal suo sacerdote.
Gli uomini ratto, la tigre Roque Ja, le mille peripezie alle quali vanno in contro i tre Bone e i tre umani allargano sempre di più gli scenari d’azione e allo stesso tempo fanno conquistare ai buoni sempre più valore svelando progressivamente quanto l’intera Valle dipenda da Thorne e dalla sua stirpe.
Coraggio, stoltezza, sfortuna, avidità, estrema “bonacciosità”, sono ingredienti dosati alla perfezione per ottenere la ricetta più buona di una epopea che non si può certo definire senza pari ma di altissimo livello.
Ah, dimenticavo! Ci sono i Draghi! Ma non ditelo troppo in giro!
Il consiglio per tutti è di godersi l’edizione integrale che ho usato per questa recensione. Un volumazzo di oltre 1300 pagine in bianco e nero (recentemente è apparsa anche una versione a colori per gli amanti del genere, io amo il b/n originale ) edito da BAO. I crampi al braccio non faranno altro che aumentare l’epicità della storia!
By Alessio Corbella