Certe volte, Fumetti storici, tanto hanno bisogno di un restyling, per poter stare al passo dei tempi e dei gusti dei nuovi appassionati che si affacciano a quest’arte. E’ il caso di Lucky Luke, creato nel 1946 da Morris (Maurice Bèverè). Il famoso cow-boy è stato ripreso da Matthieu Bonhomme nella storia intitolata “L’uomo che uccise Lucky Luke”, un ‘avventura che si discosta molto dalle atmosfere umoristiche che contraddistinguono il famoso eroe. Fin dalle prime tavole ci accorgiamo di trovarci di fronte ad una storia dalle tinte adulte, l’umorismo viene immediatamente lasciato da parte ; troviamo il corpo di Lucky riverso con la faccia nel fango colpito da svariati colpi di pistola, esamine.
Possibile che Lucky, la pistola più veloce del west sia stato ucciso? Ma da chi poi. Inizia così un lungo flashback che ci farà capire come sono andate le cose. Un giallo in stile Agatha Christie, con il colpo di scena finale.
Lucky Luke, con il sua inconfondibile abbigliamento e il grande ciuffo, ha un espressione molto più adulta e matura, un personaggio che si è evoluto graficamente da aspetto fumettistico a quello cinematografico, dandogli quella connotazione più veritiera e uno sguardo più duro.
Un racconto di grande pregio con un tratto molto realistico, una trama accattivante che porta il lettore a leggere l’albo tutto di un fiato. Un plauso all’autore, nel aver creato un intreccio narrativo, in cui diventa difficile capire chi sia veramente il protagonista della storia.
Ottima la scelta della Renoi Comics di pubblicare questo capolavoro, sia per i vecchi fan del cow boy dal gilet nero che lo scoprono sotto una nuova versione, sia per il pubblico giovane che potranno godersi le vicende di un eroe che ha fatto la storia del fumetto.