Con piacere intervistiamo Massimo Barbera, che insieme ad Andrea Vesnaver, hanno vinto il WCS di Nagoya 2013, con gli spettacolari costumi di Mazinkaiser e Generale Nero.
Lasciamo la parola al The Winner in the World
Cospaly uguale……
Stanchezza, è ancora viva la bellissima esperienza al WCS…. ma molto stancante.
Come hai vissuto l’esperienza del WCS?
La possibilità di vivere ogni aspetto di un’esperienza irripetibile, dalle cene al karaoke dalla sfilata alla possibilità di conoscere nuove persone con le quali si instaurano ottimi rapporti, accrescendo un’ esperienza umana unica.
L’importante è viverla al meglio e divertirsi il più possibile.
Avendo vissuto in prima persona, una gara cosplay in Giappone, che cosa importeresti nel loro modo di organizzare eventi cosplay in Italia e viceversa.
Penso un po’ di rispetto nelle persone che distribuirei in tutte le fiere Italiane, la cultura del cosplay che qui da noi non è ancora ben assimilata.
Ad esempio siamo stati ricevuti dal Vice Ministro degli Esteri, probabilmente un qualcosa non concepibile qui in Italia.
Hai mai avuto la consapevolezza che avresti vinto?
La consapevolezza no, la speranza si. Anche se durante la presentazione dei costumi alle varie delegazioni, avevamo ricevuto molti complimenti.
L’evento WCS di Nagoya, può essere paragonato ad eventi nostrani come Sanremo e Festivalbar?
Sotto certi aspetti si, comunque tutti i partecipanti non sono chiusi in albergo in attesa della sfilata, ogni momento è scandito da tante attività da permettere di far sciogliere la tensione della sfilata, la quale diviene ad un certo punto uno dei tanti avvenimenti della kermesse.
Hai sempre realizzato cosplay di personaggi degli anni’80. Cosa hanno rappresentato per te quegli anni.
Ero bambino e sono la base di quello che sarai in futuro, momenti piacevolissimi, addirittura momenti di aggregazione della famiglia, come quando ci radunavamo tutti insieme a vedere Goldrake, in seguito è diventato il momento della merenda o la possibilità di vederli in compagnia degli amici.
Poi verso gli 11 anni, dedicandomi allo sport a livello agonistico avevo perso questo interesse, che è rinato dopo la maturità riascoltando le sigle dei cartoons, tanto che in quei tempi con c’era internet libero come adesso, avevamo scaricato, insieme ad un mio amico che possedeva l’abbonamento, il Progetto Prometeo del Politecnico su floppy disk che conteneva tutte le sigle.
Facendo teatro quanto ti ha agevolato nella realizzazione delle scene cosplay?
Molto, perché mi ha permesso di mettermi dalla parte del pubblico e quindi cercare di capire cosa fare, ovvero la possibilità di interagire sia chi è con te sul palco e sia chi nel pubblico.
Hai realizzato costumi come Hiroshi di Jeeg Robot D’Acciaio, Mirko dei Beehive, armature come Gundam e Manzinkaiser, a quando il Trider G7…. a Body painting!!!!
devo chiedere ad una concorrente Finlandese del WCS che lei realizza body painting, così presenterò Torino Comics in questa nuova versione!