Siamo andati ad intervistare uno dei più longevi e anche pluripremiati Cospalyer d’Italia, che negli anni ha sempre alternato a costumi spettacolari ( Zelda, Sagittario dei Cavalieri dello zodiaco, Nightmare di Soul Calibur…..) a interpretazioni altamente demenziali tra le quali Evangelion e le Bratz solo per ricordarne qualcuna.
Lascio la parola… anzi la scena a Mister Cilindro…ehm volevo dire a Luca Buzzi.
Ciao, sono Luca Buzzi un ingegnere informatico molto appassionato di cosplay, videogiochi che non disdegna una bella biciclettata o una partita al lasergame.
Per quale motivo sei entrato in questo variegato mondo Cospaly?
Ho cominciato a fare cosplay perché per carnevale mi divertivo a realizzare e indossare un costume ma trovavo sprecato usarlo una volta sola l’anno.
Poi, fatta la prima fiera, ho scoperto un mondo davvero interessante e un paradiso di donne per un povero studente di ingegneria informatica 😉
Frequenti questo panorama da svariati anni, pensi che sia cambiato dai tuoi esordi? e se si in meglio o in peggio.
La cosa che ho maggiormente notato è che all’inizio conoscevo tutti o quasi i cosplayer mentre ora è davvero dura anche solo capire se qualcuno per caso l’ho già incontrato in fiera oppure no.
A parte un possibile problema di memoria dovuto alla vecchia, indubbiamente il numero di cosplayer è aumentato davvero tanto. Molti (anche tra quelli che si distinguono immediatamente per stile e capacità) finiscono per sparire dopo qualche evento facendomi dubitare su tanti nuovi venuti magari più attirati per una questione di moda anziché per passione.
Un’altra cosa che ho notato è quanto sia diventato più facile, rispetto al passato, divenire popolare o vincere premi: l’altissimo numero di gare ritengo infatti lasci spazio un po’ a tutti; mentre i social network permettono a chi ha voglia di spammare, abbia un bel fisico o abbia delle belle foto di diventare subito popolare e ricevere inviti in Italia o all’estero.
Gare importanti come il WCS sono addirittura mal viste o poco conosciute da tanti che preferiscono magari un concorsino su Facebook o l’apparizione su CosplayGen ad una gara in cui davvero devi dare fondo a risorse e capacità anche solo per passare le selezioni.
In definitiva, il fatto che tutti abbiano più spazio non è male, tuttavia è il modo in cui si ottiene tale spazio che a volte trovo discutibile e poco meritocratico.
Un’altra cosa decisamente cambiata sono i criteri di valutazione in gara e il tipo di partecipanti: un tempo una donna con un bel fisico “vestita” da Lamu avrebbe vinto a mani basse; ormai invece sono le armature a far da padrone…anche se di recente ho notato sempre più uomini palestrati che mostrano i loro muscoli con orgoglio a discapito dei poveri nerd magrolini come me.
Tra le tante Fiere, Eventi e kermesse a cui ai partecipato, quella che ricordi con maggior piacere.
Il World Cosplay Summit nel 2010 è stato qualcosa di fantastico che ha decisamente modificato il mio modo di vedere il cosplay all’estero e che, oltre alla bellissima esperienza vissuta in Giappone, mi ha aperto tante porte per nuove esperienze; non per ultima il mio recente matrimonio con la rappresentante messicana del WCS dello stesso anno.
Tuttavia nel mio cuore mantiene un posto particolare la Lucca del 2004 in cui feci il contadino nel gruppo dei balordi di Ken il guerriero: un affiatamento e un divertimento simile non li ho mai provati in nessun’altro evento.
Negli ultimi tempi, la televisione si è interessata a mondo cosplay, partecipandovi anche direttamente, che opinione ti sei fatto.
Non è la prima volta che la televisione entra in questo mondo.
Il più delle volte l’ha fatto con scarsissimo rispetto per i cosplayer anche se ci sono state delle eccezioni.
L’ultima comparsa a Romics è stata però davvero “prepotente”: io ero in gara e ho sofferto come tanti altri la loro ingerenza.
Sebbene alcuni dello staff televisivo fossero gentili e rispettosi, purtroppo chi presiedeva alla salita sul palco si è comportato come se fosse il padrone del mondo arrivando a danneggiare alcuni costumi e scenografie nel tentativo di metterle o toglierle velocemente dal palco.
Inoltre la necessità di intervistare le persone e realizzare altri video ha comportato alcune attese o tempi morti di chi, dopo la gara o le preselezioni, avrebbe preferito girare con gli amici (io Sabato ho perso quasi due ore).
Confrontando comunque diverse “intromissioni” della tv penso che la televisione non sia un male assoluto a patto che chi vi lavora resti umile e senza eccessivi pregiudizi sui cosplayer
Ad esempio la TV Aichi in Giappone organizza il World Cosplay Summit e l’esperienza è davvero favolosa.
Hai partecipato ad innumerevoli contest sia in Italia che all’estero, sia come cosplayer, giurato, presentatore…. ti senti un po’ come il Gordon Ramsay del cosplay?
Effettivamente son un po’ come il prezzemolo e vivo e vedo il cosplay da tanti punti di vista che mi consentono di conoscerne un po’ tutti gli aspetti positivi e negativi.
Per scherzo a volte mi capita anche di immaginare come alcuni possano pensare che ci sia una mafia del cosplay di cui io sono uno dei massimi esponenti intrallazzato con tutte le giurie e le organizzazioni… Purtroppo però, nonostante il mio potere occulto, non ho ancora usufruito di belle ragazze cosplayer desiderose di vincere una gara a qualunque costo nonostante mi dichiari sempre disponibile alla corruzione.
Hai vinto innumerevoli premi, come miglior maschile, miglior gruppo, miglior interpretazione…. a quando miglior Femminile!!!!!
In realtà un terzo miglior femminile l’ho già vinto. Sto tuttavia lavorando per vincere il primo premio a qualche gara importante…nessuna donna, per quanto bella e avvenente potrà superarmi
Di recente ho vinto l’Italian Cosplay Contest con Griffith da Berserk. In questa gara mi sono impegnato con delle scenografie abbastanza imponenti desideroso di riuscire a fare una scenetta in singolo che fosse interessante e degna degli altri finalisti. Lo sforzo ha dato i suoi frutti, tuttavia mi sono sorpreso nel realizzare quanto poco mi interessasse vincere di fronte a ciò che avevo visto in gara: che vincessi io o altri ero già soddisfatto di essermi confrontato con loro alla pari e, cosa ancora più interessante, questo sentimento era condiviso con gli altri finalisti.