Quante volte abbiamo sentito dire che con la cultura non si mangia? Probabilmente molti dovranno ricredersi.
Nell’inserto del Corriere della Sera, dedicato all’economia, si esamina attentamente questo settore, il quale ha fatturato annuo in Italia di circa 90 milioni di euro, il 5% della ricchezza nazionale, oltre a dare occupazione a circa 1.5 milione di persone, tralasciando tutto l’indotto che ci ruota intorno (albergatori, ristorazione, vendita di materiale…).
Un settore vivo, molto attento alle esigenze del pubblico e interessato alle novità, il quale rende meglio delle telecomunicazioni, dell’energia, dell’settore chimico ed eguaglia quello alimentare.
Bisognerebbe che molti politici iniziassero a farsi delle domande, perché continuare a finanziare il settore industriale, il quale è sempre in perdita, oltre a creare grossi problemi ambientali, quando si potrebbe puntare molto di più sulla cultura?
Basta dare aiuti economici ai loro amici imprenditoriali, sanguisughe della Nazione che si sono riempiti le tasche sulla pelle della povera gente, per poter così gestire le sorti dell’Italia.
Con tante persone disposte a lavorare nel campo culturale, siamo costretti da filibustieri senza scrupoli, a inserire in questi settori amici, parenti e lecca c…, di politici e imprenditori.
Il settore del fumetto che rientra nel panorama culturale, si è guadagnato un’importante fetta di mercato che però è suddivisa tra pochi. Tante persone che ci ruotano ma sono pochi coloro che ci guadagnano.
Quante persone ho conosciuto che disegnano o fanno gli sceneggiatori ma si trovano, quando va bene, pagati con una miseria? In quanti eventi c’è tante persone che lavorano quasi a gratis, quando vi sono sponsor e enti Regionali e Comunali che foraggiano?
Si parla spesso che la cultura deve essere per tutti, si ma che sia paritaria anche nelle prestazioni e nella possibilità di entravi attivamente, non solo come fonte di ricavo spremendo le persone in maniera scandalosa a scapito di pochi paraculi.