Con molto piacere abbiamo avuto la possibilità di intervistare Francesco Chiatante, regista del film-documentario Animeland, ed è stato un viaggio a ritroso nel tempo, una piacevole emozione che speriamo contamini anche voi attraverso le sue parole. Per gli Under 35 tanti ricordi, per i più giovani la possibilità di conoscere un periodo innovazioni culturale.
Com’è nata l’idea di realizzare questo film-documentario?
L’idea di ANIMELAND – RACCONTI TRA MANGA, ANIME E COSPLAY nasce dall’unione di tre mie grandi passioni: quella per manga e anime (e per tutto l’immaginario pop giapponese, cosplay inclusi), quella per gli aneddoti in genere e i racconti (soprattutto quelli confidenziali) e il grande amore per film e documentari. E poi ho sempre avuto voglia di poter contribuire in qualche maniera, in prima persona, alla diffusione e ad una maggiore comprensione di questi immaginari “disegnati” che hanno segnato più generazioni di ragazzi italiani e stranieri!
Cosa ne pensa della metamorfosi dei cartoons o anime, dagli anni 80 ad oggi?
Effettivamente dobbiamo ammettere che, in linea di massima e con le dovute eccezioni, i cartoni animati di oggi sono cambiati moltissimo rispetto a quelli che si guardavano negli anni ’80. Ma non sono cambiati solo i cartoni animati, se ci pensiamo sono cambiate tantissime cose negli audiovisivi in genere (film, telefilm, fiction, programmi TV, etc.). In quegli anni venivano importati cartoni animati da ogni dove, adattati, doppiati e mandati in onda senza neanche che ci si facesse troppe domande, spesso e volentieri per incastrare esigenze di palinsesto e costi di messa in onda (decisamente bassi, rispetto ad altri) di questi prodotti, e, tra quelli che arrivarono, ce n’erano anche tantissimi che non erano di certo per bambini. Oggi esiste tutto un controllo di questi prodotti, e non solo di questi, (in certi casi con tanto di consulenze di esperti in materia che appurano che i contenuti di questi cartoni animati siano idonei a date fasce di età e di pubblico) e poi sembrerebbe, in generale, esserci una specie di “legge (non scritta) del politicamente corretto” per cui tante cose oggi o vengono trasmesse su certi canali tematici in certe fasce orarie (anche notturne, con uno share quasi inesistente) oppure, sempre questi prodotti (e, tra questi, tanti anime giapponesi), vengono (per quanto possibile, anche in fase di adattamento) smussati o edulcorati in espressioni, temi e sfumature (non sempre semplici da accettare per la nostra cultura, come dicevo prima, del “politicamente corretto”) e quindi, anche incappando in questi prodotti, probabilmente non li vedremo mai come sarebbero dovuti essere, con una fedeltà a quelli che erano in origine, se non in qualche DVD, magari d’importazione, o su qualche canale streaming coi sottotitoli fatti dai fan, spesso (e questo farà sorridere) più fedeli anche degli adattamenti ufficiali! E poi c’è anche da tenere presente una serie di differenze culturali tra il loro mondo e il nostro. Ci sono cose che per loro sono tristissime o divertentissime mentre per noi hanno il senso opposto ed altre risultano addirittura incomprensibili. Mah, tra le cose che mi colpiscono di più, sulla metamorfosi del mondo dei cartoni animati di oggi rispetto a quella degli anni ’70 e ’80, in svariati casi devo ammettere che talvolta ho qualche perplessità dovuta ai sempre più grandi limiti/paletti imposti da/a chi fa/produce cartoni animati (oltre a quelli succitati ci sarebbe da tenere presente anche i fattori commerciali “gadgettistici”: oggetti di ogni tipo con personaggi, palle, guanti, cards, macchinine legati agli anime e ai manga e tantissimi altri prodotti originali tratti dalle serie…il cosiddetto “merchandising”!) e purtroppo dobbiamo ammettere che, tutti questi fattori, finiscono spesso per far passare in secondo piano (e intendo da un punto di vista produttivo e qualitativo) trame, tematiche, spessore e sviluppo di personaggi e atmosfere, e questo, da storico amante di prodotti animati, non può affatto farmi felice. Di certo tra gli anni ’70 e ’80, come racconta anche Masami Suda in ANIMELAND, c’era una maggiore libertà nel mondo dell’animazione e questo portò, tra le altre cose, rinnovamento e innovazione in tutto il settore, ma oggi, tranne qualche caso decisamente degno di nota, le cose non funzionano più così ed i cartoni animati, giapponesi e non, tendono, purtroppo, a raccontare più o meno tutti le stesse cose nelle stesse maniere.
Qual è il ricordo più bello che ha dei cartoons?
Mah…è davvero difficile trovarne uno specifico (all’interno di un cartone animato o di un film d’animazione) e additare solo quello, soprattutto se facciamo partire quest’indagine dai prodotti che ho visto nella mia infanzia! Ho comunque valanghe di ricordi legati a tantissimi pomeriggi passati a guardare anime e cartoons di ogni genere e a giocare coi miei amici d’infanzia, quasi sempre, con qualcosa di legato al mondo di fumetti e cartoni animati. Ma forse la cosa più bella che mi è capitata, legata ai mondi di manga e anime, escludendo, per quanto possibile, gli incontri dovuti allo stesso ANIMELAND, è che negli ultimi 15 anni avendo frequentato tanti festival di cinema, fiere del fumetto ed eventi a tema è stato emozionante avere il piacere di incontrare di persona tantissimi degli autori originali di questi prodotti amati un tempo e ancora oggi: quasi un ponte tra la mia infanzia e l’età adulta. Tra i tanti personaggi, non posso non ricordare Hayao Miyazaki e suo figlio Goro, Go Nagai, Monkey Punch, Mamoru Oshii, Rintaro, Yoshiyuki Tomino, Hiromasa Yonebayashi, Satoshi Kon, Riyoko Ikeda, Akemi Takada, Mari Yamazaki e, recentemente, anche Yumiko Igarashi!
Come è stata vissuta, questa avventura, nel realizzare il film che possiamo considerare un po’ come un fantastico viaggio nel tempo?
E’ stato allo stesso tempo sia la consacrazione e la realizzazione di un grande sogno che una fatica immane che penso non scorderò mai più… anche perché oltre ad averlo diretto, ANIMELAND, l’ho scritto, girato, montato, organizzato e, soprattutto, prodotto!!
C’è l’idea di realizzare un seguito?
HAHAHAHAHAH…chissà, beh…di certo se non dovessi nuovamente ricoprire tutti questi ruoli appena citati, per arrivare alla fine del film o ci fosse una produzione adeguata che supportasse questo nuovo film documentario, penso che forse si potrebbe anche fare…!!
In caso, ci fosse qualche altra cosa che avreste piacere di raccontare ai lettori, libero di farlo.
Mi auguro che i vostri lettori e tutti gli altri amanti di animazione giapponese, e non solo, possano vedere quanto prima ANIMELAND – RACCONTI TRA MANGA, ANIME E COSPLAY!! Grazie per l’intervista!