Per la “Generazione Goldrake”, l’evento che iniziò a capitare alle serie animate a metà anni 80 fu una coltellata alle spalle.
Ad un certo punto, guardando i cartoons soprattutto di provenienza Nipponica, si ebbe l’impressione che nella storia vi erano dei particolari che sfuggivano alla logica narrativa, in pratica succedevano cose strane del tipo salti temporali o fatti avvenuti che si ignoravano perché mai visti, nomi non congruenti al luogo in cui si svolgevano le azioni… Cosa era accaduto? I programmi di animazione, approdati sulle reti televisive principali erano cadute sotto la scure della censura, la quale si era messa a tagliare scene, tradurre interi dialoghi senza un senso con quello che accadeva nella storia, fino ad arrivare a eliminare interi episodi.
Queste operazioni, operate, secondo un pensiero malsano, retrogrado e ignorante, avevano lo scopo di rendere le opere compatibili con il contesto culturale del Paese e adeguate al pubblico.
In Italia si ha avuto la convinzione, per diversi anni che i cartoni animati fossero un prodotto solo per bambini, quindi quando le società di produzione andavano in Giappone ad acquistare le serie di Anime, compravano senza un idea precisa per quale target fosse indirizzato, a differenza del Paese del Sol Levante, in cui vi erano prodotti suddivisi per età e quindi vi era e vige tutt’ora, delle fasce d’orario in cui trasmettere certi tipi di titoli. Vi è una programmazione che parte alla mattina fino ad arrivare a notte fonda, in base ai contenuti proposti.
Questo tipo di concezione non era contemplata nel nostro Paese, la fascia oraria per i ragazzi era il pomeriggio, quindi quando vennero trasmesse alcune serie con contenuti considerati scabrosi, si gridò allo scandalo, comitati di genitori si riunirono in associazioni per difendersi da tutta questa immoralità, venne creata così la Santa Inquisizione che prese il nome di “Moige”, un Associazione impegnata in ambito sociale per la protezione dei minori.
Tale Associazione prese talmente tanto potere, anche perché appoggiata da certi politici, che costrinse l’emittenti a mettere mano alle “forbici” per non incorrere in pesanti multe. Quindi, scene di nudo che venivano eliminate o ripetendo sequenze congiunte, vedi il caso di “George”, “Quasi Magia Jonnhy”, “Occhi di Gatto”, “Dragon Ball”… ma anche sequenze violente, in cui si vedevano i protagonisti morire, ferirsi vistosamente, il cui sangue veniva reso più scuro o decolorato come in “One Piece”.
Questa censura che divenne un po’ una caccia alle streghe, iniziò anche ad intaccare elementi innocui, come il cambio dei nomi dei personaggi e delle località, si cercò in tutte le maniere di eliminare i riferimenti al Giappone, Occidentalizzando il cartoons. Tra i più bistrattati ricordiamo “Motori in Pista”, “City Hunter”, “Piccoli Problemi di Cuore”.
In questo contesto “Medioevale”, in cui si stavano rovinando opere d’arte di importanza culturale, nacque nel 1997 ADAM Italia (Associazione Difesa Anime e Manga) che cercò di coinvolgere l’opinione pubblica sul fatto che gli Anime sono forme artistiche come i film, i quali presentano diverse tematiche e quindi suddivise per età degli spettatori.
Escludendo i responsabili alla censura che in varie interviste da buon Ponzio Pilato, si son sempre lavate le mani scaricando colpe e idee su altri, un elemento imprescindibile della scure della censura erano gli sponsor. Ovvero, le aziende di giocattoli avevano interesse che il brand del titolo fosse appetibile per la vendita dei prodotti ad esso legato, giochi per ragazzi dell’età scolastica e quindi perché avesse successo, dato che i soldi per i giochi li tiravano fuori i genitori, bisognava realizzare qualcosa che non scaturisse polemiche e soprattutto la chiusura del programma, quindi era meglio tagliare tutto quello poco consono, il caso più emblematico è stato “Sailor Moon”.
Titoli che hanno subito questo trattamento chirurgico sono un infinità, vi ricordo “Lupin III”, “Lady Oscar”, “Rossana”, “Mila e Shiro”, “Juni Peperina”, “I Cavalieri dello Zodiaco”, “Temi d’amore tra i banchi di scuola”, “Che Famiglia è questa Family”, “Card Captor Sakura”….
Oggi, qualcosa è cambiato un po’ perché si è resi conto della potenzialità di questi prodotti e basta saperli gestire nel modo giusto, la nascita di tante piattaforme televisive che credono negli anime in forma integrale e poi molti ragazzi che all’epoca hanno dovuto subire in silenzio questi scempi, ore gestiscono, organizzano i vari palinsesti televisivi.