La Planet Manga propone in italiano questa opera che, in Giappone, ha vinto il premio Kodansha come “miglior manga per ragazzi”: L’attacco dei Giganti di Hajime Isayama. Il volumetto della Planet si compone di 200 pagine ad un prezzo di €3.90.
LA STORIA
La storia è decisamente molto originale. Il mondo come lo conosciamo non esiste più perchè l’umanità è stata decimata e portata quasi all’estinzione. La causa di questa prematura scomparsa dell’umanità è dovuta ai giganti: creature antropomorfe con fattezze maschili (ma prive di organi sessuali) il cui unico scopo sembra quello di nutrirsi di esseri umani. Paiono infatti ignorare gli animali per uccidere e divorare solamente gli esseri umani.
Sono ormai più di cento anni che i giganti non attaccano più gli esseri umani. Questo grazie anche all’ingegnosità degli umani che hanno costruito i propri insediamenti in settori concentrici, circondandoli da mura alte più di 50 metri in grado di tenere i giganti all’esterno.
I protagonisti della storia sono due ragazzi: Mikasa ed Eren, fratello e sorella (in realtà la ragazza è sata adottata in seguito ad un fatto drammatico spiegato più avanti nell’opera). Il mondo in cui i due sono cresciuti è un mondo chiuso entro le mura della loro città (anzi, del loro settore) e non è possibile conoscere null’altro. L’umanità è chiusa in gabbia e, per coloro che tentano di avventurarsi all’esterno c’è solo la morte. Mikasa si è abituata alla loro vita, ma non Eren che desidera uscire e conoscere il mondo. Lo spettro dei giganti esiste sempre, ma in realtà nessuno li ha più visti da oltre 100 anni.
E’ a questo punto che la storia subisce un capovolgimento poichè, da oltre le mura, un mostruoso titano spunta fuori. E’ talmente alto da superare le mura con tutta la testa e con un solo calcio distrugge il portone di ingresso consentendo ai giganti di entrare. E’ l’inizio dell’incubo per i due ragazzi e l’inizio di una storia terribile ma affascinante…
COMMENTO
Mentre la storia è originale e molto ben sceneggiata (anche se alcuni colpi di scena sono un po’ prevedibili ma rimangono comunque piacevoli) il disegno mi ha lasciato piuttosto perplesso. Lo stile e sporco, i retini quasi assenti e le ombre vengono affidate ad un tratteggio veloce e non sempre preciso. Alcune espressioni sembrano quasi disegnate di getto senza la parte a matita.
Certamente non è un disegno rivoltante e, dopo qualche momento, lo si metabolizza… però rimane comunque una nota dolente, almeno per quello che mi riguarda. Alcune scene mi hanno ricordato Claymore, mentre altre Homunculus. Forse l’autore si è ispirato a queste due opere… o forse sono del tutto impazzito.