Negli anni 80 la Tv per ragazzi conosceva la più grossa invasione di cartoni animati Giapponesi, quindi per chi appartiene alla “Generazione Goldrake” il manga “Ryu il Ragazzo delle caverne”, pubblicato dalla J-pop permette di ricordare una pietra miliare dell’animazione di quel periodo.
Ambientato nella Preistoria, il protagonista, il giovane Ryu insieme ai suoi compagni d’avventura la bella Ran suo fratellino Don e il cacciatore Taka, dovranno affrontare insidie, pericoli e pregiudizi, in un mondo la cui sopravvivenza è appannaggio dei più forti.
In un ambiente ostile, la compagnia dovrà affrontare il T-Rex Tirano, combattere contro tribù che vogliono la morte di Ryu perché di carnagione chiara e quindi sinonimo di sventura, mentre il ragazzo è alla ricerca di sua madre che era stata costretta ad abbandonarlo.
Avere tra le mani il manga e rivedere questi personaggi, si viene colti dall’emozione con la scoperta di un colpo di scena :Ryu è figlio di una donna di Atlantide dalle conoscenza scientifiche evolute, nell’anime tutta la tematica fantascientifica è stata esclusa.
Il lavoro del Maestro Shotaro Ishinomori ( Kamen Rider, Cyborg 009) realizzato negli Anni 60 risulta fresco ancora oggi ma soprattutto è stato in grado di conferirgli il concetto che il “tempo non esiste”. Lui stesso afferma che la storia di Ryu potrebbe trattarsi di un lontano e perduto passato o forse di un inaspettato futuro prossimo.
Il mangaka apre le porte del mondo della Preistoria, ampiamente rivisitata, al lettore per consegnarne una visione misteriosa per incuriosirlo con protagonisti molto espressivi.
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