Takeshi Obata e Tsugumi Ohba di “Death Note”, ritornano con un’ altra opera dai contenuti sovranaturali-divini, dalla trama black e un disegno luminoso: “Platinum End”.
Vicende che si svolgono in una realtà apparentemente normale, in una cittadina che potrebbe essere qualunque ma che mette in risalto l’animo perverso, narcisista con un eccessivo di super ego dei protagonisti o almeno una buona parte di essi.
Esaminando attentamente i personaggi che entrano in scena , sono tutti con un subconscio folle, anche il protagonista Mirai Kakeshi, dopo aver ricevuto il diploma, si vuole suicidare lanciandosi dal terrazzo di un palazzo, in quanto avrebbe voluto essere felice
Quando stà per schiantarsi al suolo un angelo lo salva, il suo angelo custode Nasse, il quale gli dona le ali per essere libero e andare dove vuole e le frecce rosse, chiunque venga colpito con esse si innamorerà per trenta giorni.
Entrando in possesso di questi poteri, Mirai fa parte di una selezione di 13 individui per diventare il nuovo dio…..
Manga che incuriosisce molto, anche se non mi dà quella sensazione a pelle che possa essere un capolavoro. Personalmente già Death Note non mi aveva entusiasmato per un eccessivo surrealismo , con una trama iniziata bene e innovativa, per poi cadere nella ripetitività con un finale scontato. Leggendo il primo albo si ha la percezione che gli autori useranno molti dei clichè adoperati nel altro lavoro.
Altro punto negativo è questa violenza gratuita, in molti casi di livello psicologico che viene inserita in contesti in cui si sarebbe potuto evolvere gli avvenimenti in maniera diversa, senza per questo togliere l’attenzione del lettore.
Si Ringrazia: