Il fumetto italiano ha tantissimi pregi e riesce a dar vita a storie interessanti e coinvolgenti, soprattutto quando si tratta di opere umoristiche. La dimostrazione è “Nirvana – libro sesto” di Roberto Totaro, pubblicato Franco Cosimo Panini, il quale con un tratto semplice e caricaturale, mette in evidenza la superficialità della società, la quale, attraverso personaggi fuori dagli schemi, si rivolge ad un presunto santone Zen che vive, isolato, su un eremo, ponendogli domande assurde e ottenendo risposte banali.
Queste strisce di poche vignette affiancate, portano in poche azioni alla battuta finale che lascia il lettore spiazzato ma divertito. I personaggi che interagiscono sono uno più particolare dell’altro che con il loro modo piuttosto inopportuno, infastidiscono il santone, quindi troviamo il poeta maledetto con versi talmente banali da far innervosire il suo interlocutore e come non ricordare altri come lo scout, il bambino tredicenne, la sensitiva Madame Bernard, l’uomo più brutto del mondo e le new entry: il postino e Butterfly man ed Elephant Man, tutti a chiedere o raccontare le loro storie al Sommo Maestro, il quale invece gradirebbe starsene beatamente in tranquillità.
Un umorismo semplice ma di gran effetto, soprattutto oggi che siamo oppressi dal politically correct. L’autore, riesce in maniera intelligente ad aggirarlo e dare alla luce un fumetto surreale ma che basa tutto sulla vita quotidiana, portando avanti quella tradizione fumettistica genuina e divertente che abbiamo conosciuto con autori come Bonvi, Silver, Max Bunker, Jacovitti, Guido De Maria…
Proprio per il gran successo e per l’ aspetto ottimistico che ribalta con il sorriso le situazioni pessimistiche che vive il santone, senza dubbio vedremo nuovamente importunato il Sommo maestro da individui invadenti e assurdi, elargendo perle di saggezza… o almeno credo!