Cosa potrebbe mai capitare, se appassionati di serie robotiche anni 80 si mettono a ricordare quei mitici anime?
Ebbene, sono andato a intervistare gli autori del capolavoro “E’ tutto in manga Manga”: Roberto Corradi e Maurizio Di Bona, ed è scaturito un viaggio a ritroso nel tempo ma soprattutto un’intervista simpatica, dirompente, goliardica che avrei protratto a tempo indeterminato, in cui mancava solamente una trasformazione.
Ma basta parlare, salite sul vostro robot e via a leggere l’articolo……
– Prima di tutto, avrei piacere che vi presentiate ai lettori di Mondo Japan che ancora (peggio per loro) non vi conoscono.
Rob: Io, come tanti alla lettura, sono un reduce, un seguace mazinghiano della prima ora. Poi sono cresciuto, ho messo da parte 44 anni, sono diventato attore e autore di cose da ridere – si spera – e quindi in realtà non sono mai uscito dal vortice dei cartoni di un tempo. Appena divento miliardario, mi faccio costruire un Grande Mazinga.
Maurizio: Sono un vignettista, un illustratore. Chi mi segue sul web mi conosce come The Hand, per cui diciamo che fondamentalmente sono una mano che disegna cose belle e cose brutte … grosso modo dal 1971, anno in cui sono nato a Napoli.
– Quando e come è nata l’idea di realizzare quest’opera.
Rob: Dal fatto che col maestro TheHand siamo amici, fratelli a distanza da un secolo e ogni tanto tendiamo a dare vita a progetti come questi. Ormai sono più di 10 anni che questo succede e siamo ancora a piede libero. Poi c’è stato anche il momento della reclusione primaverile ma l’avremmo fatto comunque.
Maurizio: Tecnicamente, e come spesso accade, da uno scarabocchio che innesca poi una serie di idee e disegni successivi. Lo “schizzato” in esame era Boss Robot che fa la dab dance, venuto fuori circa due anni fa e diventato poi con merito immagine di copertina. Se n’è stato buono e paziente finchè quest’anno, complice anche il lockdown, siamo riusciti a coordinarci al meglio e a chiudere l’intero lavoro.
– Se doveste descrivere il vostro lavoro, a coloro che non hanno vissuto il periodo d’oro dei robot giganti?
Rob: Io gli direi che se vedono i programmi in cui i cuochi evocano impalamenti per piatti secondo loro eseguiti male, ecco… noi siamo il contrario. Ci piace tutto quello che ci va a genio e basta. Nomi precisi, date, eventi… sono assolutamente irrilevanti quando si pensa ai robot. L’importante è immaginare la sberla che uno darebbe al vicino di casa molesto se avesse a disposizione il Daitarn. O almeno questo è il nostro punto di vista.
Maurizio: è stato come rituffarsi in quegli anni e recuperare un po’ di quella energia, leggerezza d’animo e fantasia che c’era allora (suona quasi come una canzone di Vasco). Ma in parallelo è stato anche un pretesto per raccontare, ad esempio alla generazione dei nipoti ventenni che non ha conosciuto quei robot, o in alcuni casi, ha avuto a che fare solo con le versioni ipercazzute successive (vedi Jeeg), quale magia di emozioni ci è stata donata attraverso quegli anime. Avendo vissuto giorno per giorno la lavorazione del libro, mia figlia di appena tre anni, riconosce ora Mazinga, Goldrake, Jeeg, Daltanious, Daitarn3 e canta in loop le canzoni delle loro sigle. Per quanto mi riguarda vale già come recensione indiretta dell’opera. Citando il buon Totò “ho detto tutto”.
– Nelle storie che presentate in ” E’ tutto un Manga Manga”, quanto c’è delle vostre esperienze vissute.
Rob: Tutto! All’epoca andavo alle elementari e non ho trattenuto praticamente nulla delle dicerie che si facevano in classe. Tutto quello che invece attiene ai robot dell’epoca me lo porto sempre dietro. Ho imparato lì che c’è il bene ma anche il male e che il male ti ostacolerà ma il bene alla fine trionferà. Sempre se aiutato da un mastodonte di 100 metri tutto in metallo. Ma se il mastodonte poi non c’è, anche un po’ di scaltrezza… basterà.
Maurizio: Tanto per non dire tutto, nel senso che, per intenti dichiarati di satira, ci siamo mossi allegramente nella direzione opposta al saggio serio e oggettivo. L’intera materia viene recuperata dalle rispettive memorie, vista e riletta con gli occhi dei bambini che eravamo in quegli anni. Inevitabili quindi certe distorsioni, liceità, approssimazioni, ingenuità e tutto il divertimento che ne consegue dal considerare ad esempio come appaia vuota oggi la tv, benchè sottile come una frittata, e come era piena di cose belle quella grossa quanto una lavatrice di allora, come se il volume fosse anche rivelatore di contenuti.
– State valutando l’idea di realizzare un secondo capitolo, magari dedicato al genere “orfanelli”?
Rob: Aspetta un momento! Ma allora tu eri uno spettatore di quel genere, confessa! Non so il mio socio, ma io non so ferrato in materia. Ne ho viste solo due, di orfanelle, Candy Candy e Lovely Sara e non credo bastino. No, aspe’… anche Chobin. No, no, anche Bumbum il cagnolino simpatico e cretino. No, aspe’… Lulù e anche… Ok, li ho visti tutti e allora devo convertire la mia risposta in “e perché no?”
Maurizio: Intanto ci godiamo il “Manga Manga mood” poi finita l’estate ci sarà tempo e modo di fare il punto e mettere a fuoco un eventuale seguito. Di certo, il materiale animato su cui mettere le “zampe” e fare a “modo nostro” non manca.
– Se voi foste dei piloti di uno di questi mitici robot Anni 80, ditemi la verità, con quale pilotessa uscireste?
Rob: Io con Minerva X, il secondo femminile di Mazinga Zeta perché… boh, ha girato meno, la vedo un po’ più come la ragazzotta ingenua bella ma che viene da lu paese e magari le piacerebbero serate tranquille, a passeggiare e lanciare missile contro automobilisti inermi… tanto per fare una cosa diversa.
Maurizio: June, quando ci vediamo?
– Secondo voi, chi è il “cattivo”:
. più divertente
Rob: Don Zauker. Dai, su, sinceramente… Ma come va in giro? Il cervello cabriole, gli occhi tipo il cane di Fantozzi, discendente di Ivan il Terribile…
Maurizio: concordo! Anche per me Don Tuttocervello.
. più sfortunato.
Rob: Il Barone Ashura! Oggi con l’ermafroditismo sarebbe assolutamente di moda. Come minimo dirigerebbe un canale Rai. Invece, all’epoca, era solo uno che passava metà del tempo a truccarsi e l’altra metà a radersi.
Maurizio: L’intera falange dei soldati meganoidi
. il Cattivo dei Cattivi.
Rob: Il Generale Nero. Che si chiamava Franco. E’ troppo una stronzata, perdonami. Comunque lui c’ha quell’aspetto che non ti induce a invitarlo fuori a prende un tè freddo.
Maurizio: Vega, che mi ricorda direttamente e indirettamente personaggi oscuri e sinistri del vissuto personale … dal parroco di quando ero bambino al preside del liceo…
. Quello sono proprio io
Rob: Re Vega. Ma solo per il mantello perché per il resto, quello è il più Vegano dei Vegani… figurati! Io so’ frequentatore abituale di Mc Donald’s!
Maurizio: Mah, forse Ikima, con la barba da pensatore greco, il primo ministro della regina Himika.
. non è per niente credibile
Rob: Il Duca Gorgon, il sodomizzatore naturale di fiere feroci. Ma dai, ma ti pare che un castone così c’ha il tempo per organizzare atrocità… ulteriori?
Maurizio: Tutti i generali che combattevano contro il grande Mazinga: chi con la capoccia di uccello, chi con un teschio rovesciato, ibridi pesce-scimmia, con le faccione parlanti incollate sul petto… roba partorita da disegnatori fumatissimi.
-Quale tra i Professori della basi spaziali, avreste voluto avere come insegnante.
Rob: Kenzo Kabuto. Ma non per qualcosa di particolare, soprattutto perché sarei stato in grado di pronunciarne il nome.
Maurizio: Uahahahaha! Il professor Dairi “con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così” a metà strada fra Maurizio Costanzo e Bruno Lauzi. Sarebbe stato il massimo da perculare con disegnini ad hoc durante tutta la lezione.
-Cosa hanno rappresentato per voi gli anime robotici.
Rob: Secondo me, più di quello di cui ci rendiamo conto. In fondo non credo che nessuno di noi reduci, in cuor suo, non creda che un giorno sarà chiamato per correre a pilotare un Mazinga, o quello che preferisce, per salvare la terra dai cattivi, o dai programmi della De Filippi.
Maurizio: Sarò per sempre grato ai creatori giapponesi, Go Nagai e Tatsuta Yasuda su tutti, e il libro vuole assolvere anche a questa funzione celebrativa. Ci hanno regalato un’infanzia e un’adolescenza davvero ricca e piena di emozioni audiovisive. E come si evince l’amore per quei robot continua a riverberarsi ancora nell’età adulta. Senza quei cartoni saremmo orfani anche dell’arcobaleno di suoni e timbri vocali che sono state le sigle che ne sono derivate. Il sottoscritto poi avrebbe disegnato tante cose in meno e non saremmo qui a scriverne dopo quattro decenni.
– Un saluto ai Lettori di Mondo Japan….
Rob: Siete un gruppo di sinceri irriducibili. Ma non siete soli, siamo tantissimi. Ormai siamo ovunque. Pensate che tanti di noi, ora sono anche in Parlamento. Avete tutta la mia stima, sappiatelo.
Maurizio: Un caro saluto ai lettori di MJ da Varsavia, con l’augurio che chi vorrà leggere il libro, pensato come lettura sotto l’ombrellone, si diverta anche solo la metà di quanto ci siamo divertiti noi a realizzarlo.