Volontari ed operai iniziano la loro lunga giornata indossando l’equipaggiamento necessario e mettendosi alla guida dei loro furgoncini, andandranno in giro fino a sera tra le macerie e nei paesi vicini per monitorare i valori della radioattività.
Oltre 100.000 sfortunati, che hanno dovuto abbandonare tutto per evacuare le aree a rischio contaminazione, a tre mesi di distanza dormono ancora nelle palestre delle scuole e non sanno se, un giorno, chissà quando, potranno far ritorno alle loro abitazioni, al loro piccolo mondo.
In Giappone governo da un lato e Tepco, la società che si occupa di gestire l’energia nucleare, dall’altro, si accusano oggi a vicenda.
Yukiya Amano, Directore Generale dell’ Agenzia Internazionale Atomico-Energetica, un mese fa, ha sotolineato come proprio la Tepco sia chiamata a rispondere come sola e unica responsabile della crisi nucleare. Secondo Amano, la Tepco avrebbe fallito nella prevenzione e si sarebbe fatta trovare completamente impreparata ad un disastro di simile portata.
Dal canto suo, il 17 aprile, proprio la Tepco, ha divulgato un comunicato nel quale si illustrano una serie di strategie che nell’arco di 6-9 mesi dovrebbero portare ad una situazione di shutdown, ovvero al raffreddamento dei reattori e al conseguente abbassamento dei livelli di radioattività. A puntare il dito contro la Tepco però sono in molti. William Ostendorff, un membro della Commissione americana per la Regolamentazione Nucleare, si è rivolto al Senatore americano dell’ambiente e Lavori Pubblici affermando che la causa è da ricondurre al ritardo con cui si è agito e ai molti incidenti che ne sono nati.
Sabato scorso i giapponesi hanno invaso la torre di Tokio per manifestare contro il nucleare. Secondo le osservazioni fatte, le famiglie vicine ai luoghi del disastro riceveranno annualmente una quantità di radiazioni pari a più di 23 millisivert, contro i 20 che rappresentano il tetto massimo sopportabile e a farne le spese saranno in maggioranza i bambini piccoli e quelli non ancora nati, in quanto le loro cellule si riproducono e quindi si aprono dividendosi molto più velocemente di quelle degli adulti. Secondo gli esperti, le malattie più frequenti dovute alle radiazioni saranno difetti di nascita, ritardo mentale e leucemia. Oggi, a distanza di tre mesi poco importa chi ha sbagliato, oggi, a distanza di tre mesi ciò che importa è trovare una soluzione e farlo al più presto possibile.