Non esiste un buono o un cattivo, non esiste il ben o il male, non esiste il vincitore o il vinto. Esiste soltanto una drammatica sconfitta, questo è Civil War, l’ultimo film dedicato Avenger. In questo capitolo, si creano due fazioni : una capitanata da Iron Man a favore che i supereroi stiano sotto una guida governativa, l’altra fazione, in cui troviamo in prima fila Capitan America, a sostegno della loro completa libertà di azione.
E’ un film in cui, ad eccezione di rare occasioni, merito di Spiderman e Ant -Man, siamo di fronte ad un difficile quesito. La trama, anche se ricca d’azione, porta a fermarsi un momento e osservare cosa succede. Forse, quello che si è sempre ritenuto giusto fare agli Avengers non è così poi tanto giusto. Esiste quindi la possibilità di crearsi delle domande, come capita a Visione.
Viene a cadere il principio di giustizia a favore di quello di opportunità; non c’è il male da sconfiggere. Tutti i protagonisti sono spietati, avvolti da un oscurantismo, chi per un motivo chi per un altro, sono pronti a sacrificare gli amici per quello che gli conviene.
I veri eroi, sono coloro che vivono intorno a loro. Le luci e le ombre di coloro che sono chiamati “eroi”, emergono nella complessità delle loro ideologie.
Un film, in cui la retorica della giustizia finisce nel cadere nell’opacità di difensori carichi di paure e ombre .
Ma questo allo spettatore interessa poco, perché i ritmi mozzafiato e le sequenze ben orchestrate, conducono i fan, nel vivo degli avvenimenti.