Sa essere intenso, ironico, commovente, deciso. Insomma sa usare ampiamente tutte le sfaccettature della sua anima. Dylan Dog in questo nuovo albo “Dylan Dog Olboy” in cui sono contenuti due racconti: “Natale con l’orco” con sceneggiatura di Gabriella Contu e disegni di Riccardo Torti; “Facce e Maschere” con sceneggiatura di Alessandro Russo e disegni di Piero Dall’ Agnol e Luigi Siniscalchi, pubblicato da Bonelli Editore, vive due avventure molto diverse tra loro ma che scuotono profondamente la personalità dell’indagatore dell’occulto.
Natale con l’orco, inizia tutto con l’entrata di Dylan in uno strano negozio, dal quale esce, senza saperlo, con in tasca un pacchetto contenente dei pennelli. Da questo momento in poi al protagonista appaiono folletti, gnomi, la figura di una bambina e la sensazione di dover portare a termine una fiaba iniziata da June K. Roosevelt vissuta nella metà del 1800 che illustrava racconti per bambini ma brutalmente uccisa. In quel periodo, la donna, era al lavoro su una nuova storia ma sparirono disegni e pennelli….
Facce e maschere Dylan Dog dovrà vedersela con un personaggio dei fumetti realizzato dall’autore Peikoff: Mr R, un individuo che indossa una maschera a specchio, il quale non ha pietà per i criminali, ritiene che non deve esserci nessun compromesso tra bene e male, nessuna zone grigia. In quanto ritiene che il bene quando si piega alle ragioni del male a trarne profitto è sempre il male….
Due storie intense, la prima con un certa atmosfera fiabesca che porta quasi ad un lieto fine. La seconda molto più cruda, in cui in un gioco di scatole cinesi, le realtà di Dylan Dog si fonde con quella del fumetto e viceversa, in un susseguirsi di colpi di scena.
I due racconti risultano molto più densi di quanto sembri, un albo in apparenza leggero, in cui i personaggi anno un qualcosa che li rende vintage: “Natale con l’orco” si potrebbe suddividere in due parti, una dal clima Vittoriano e l’altra Fantasy, mentre in “Facce e maschere” si respira un’aria noir degli Anni 50. Un fumetto descritto in maniera tale da raccontare gli stati d’animo complesse dei protagonisti, in modo da poter portare a termine un determinato fine, con Dylan presentato in maniera di individuo normalissimo ma in grado di risolvere ogni caso, anche quando la realtà sembra incomprensibile.