L’autrice che abbiamo incontrato amava il fumetto già da bambina; Anna Merli si è così costruita il percorso che la resa una fumettista completa. Le sue opere si traducono nel mettere in scena disegni pieni di poesia, dal tratto armonioso e delicato che conquistano il lettore a prima vista. Il suo stile grafico è in grado di elaborare in modo originale e accattivante le figure femminili.
Lasciamo posto alle parole di Anna:
Sono nata il 10 Luglio del 1974 a Cremona. Abito a Cremona.
Sono diplomata in illustrazione per l’infanzia.
Come hai scoperto la passione per il fumetto.
Ho sempre disegnato per la mia soddisfazione personale e per il mio divertimento, il mio svago.
Ci parli del tuo percorso professionale.
Dopo che ho frequentato il liceo artistico a Piacenza, ho frequentato l’istituto Europeo di Design, indirizzo illustrazione.
In seguito sono approdata in Accademia Disney, in seguito ad un concorso che annunciava un corso della durata di 9 mesi. Era richiesto l’invio di un portfolio, dopo di che, ho affrontato, insieme ad altre 100 selezionati, una prova di disegno e un colloquio. Superato tutto, insieme ad altri 14 artisti ho potuto seguire il corso di disegno illustrazione e fumetto della durata di 9 mesi in Accademia Disney. Sono stati i mesi più felici della mia vita, ho avuto insegnanti davvero straordinari, alcuni venivano dall’animazione dagli studi di Los Angeles, avevano TUTTI una mano sciolta, incredibile, avevamo, inoltre, a disposizione una ricca biblioteca che parlava e mostrava la costruzione dei lungometraggi, quelli che mi avevano incantato da bambina come Cenerentola, Fantasia, Pinocchio…
E’ MOLTO istruttivo vedere quanto lavoro di ricerca e studio esista prima di ogni opera favolosa…
Ho disegnato per tante ore, tutti i giorni, anche quando finivano le lezioni, continuavo perché non c’era nulla, in quel periodo di più entusiasmante…
Devo dire che ho SEMPRE disegnato tanto da sola, per conto mio, sin da bambina, anche a scapito delle lezioni di storia, matematica, etc che preferivo studiare da sola, sui libri che mio padre non mi faceva mancare. Amo raccontare, raccontarmi, visualizzare i miei sogni, inoltre, durante l’infanzia è stato anche un mio rifugio dalle brutture di certe situazioni! Ho SEMPRE avuto dalla mia parte tutta la mia famiglia, senza il suo sostegno non avrei potuto seguire questo percorso e perseguirlo.
Dopo il corso di 9 mesi, ho iniziato a lavorare subito per l’accademia Disney, alla creazione dei progetti che venivano proposte per il fumetto e ho potuto dare il mio contributo per personaggi che adoro, come Tinkerbell e Winnie the Pooh… e non solo.
Ci presenti i tuoi lavori.
Grazie a questo corso, che richiedeva una mano quasi esclusivamente disneyana, ho conservato un mio stile, la mia personalità dalla quale non riuscivo a distaccarmi, è stato utile perché poi sono seguiti naturalmente contatti di case editrici, ho partecipato con i miei pezzi a mostre collettive, grazie alle quali sono seguiti ancora altri contatti.
Per un certo periodo ho venduto grazie ad un art-agent i disegni originali delle mie pin-up erotiche a collezionisti americani.
Ho sempre amato disegnare le figure femminili nelle quali mi identifico, ho studiato sempre molto attentamente l’anatomia, non potevo e non posso sopportare disegni che tradiscano una mancanza di conoscenza… anche disegnatori che “deformano”, nell’astrattismo, è ben visibile una conoscenza dell’anatomia della prospettiva, della luce… penso che partire dall’osservazione della realtà sia indispensabile per una buona resa, sul foglio, di ciò che si ama raffigurare.
NON a caso conservo, fin da quando ero ragazzina, FOTO ed articoli ritagliati dai giornali, quotidiani o rotocalchi che siano, che mi possano aiutare a conoscere o che possano ispirarmi idee, inquadrature, tinte, paesaggi e personaggi.
Nella tua carriera c’è stato un consiglio che si è rivelato fondamentale per la tua crescita professionale?
Ho avuto insegnanti, come dicevo, squisiti nelle scuole frequentate, ma i primi passi li ho mossi grazie alla mano di mia madre, che disegnava per me, perfettamente, i volti delle principesse Disney, la mia e la sua, preferita era Cenerentola, io rimanevo incantata ad ogni dettaglio che aggiungeva. Mio padre disegnava quando era al telefono, perchè detestava ascoltare e parlare per troppo tempo e allora intanto disegnava… creava delle sorte di ragnatele, teschi, ornamenti gotici, tutto quello che era adulto e io ammiravo tantissimo quel suo spirito così cupo, ma tanto affascinante.
I miei genitori leggevano fumetti, ricordo Valentina di Crepax e i Peanuts, Altan, Mordillo, Bruno Bozzetto, Grazia Nidasio, i film di WALT DISNEY, i disegnatori delle storie di Topolino!!!
in casa entravano tanti libri e giornali, non ne trascuravo nessuno, ma quello che mi fece conoscere il lavoro dell’illustratore è stato il giornale L’ILLUSTRAZIONE DEI PICCOLI. Era un giornale prezioso, da conservare sugli scaffali della libreria. Venivano pubblicati racconti illustrati che venivano dall’estero, era una cosa “di élite”, non mi vantavo di avere un padre con una apertura alla cultura così grande, ma dentro di me ne ero e ne sono fierissima. NON sono mancati il Corriere dei Piccoli e Candy Candy/Lady Oscar.
Per la mia giornata lavorativa non possono mancare: la concentrazione, la musica o il silenzio, le cose che mi ispirano: giocattoli che colleziono, i miei libri e fumetti, i miei album di raccolta infinita di ritagli dei giornali
Anche se restano chiusi negli scaffali, ci devono essere come un angelo custode, pronti ad assistermi.
il mio tavolo da lavoro è sempre pieno zeppo di strumenti e barattoli per l’acqua dei pennelli, fogli, carta di ogni genere, ogni tanto devo fare spazio perché rischio di essere sommersa.
Ci deve essere luce, non rumori o telefonate fastidiose…
Quando inizio una cosa nuova sopraggiunge sempre l’ansia: riuscirò a visualizzare ciò che sto immaginando? Mi SFORZO di iniziare, a volte faccio fatica, ma DEVO!! E poi vado come in discesa.
Solitamente inizio un disegno dopo una stesura ad acquerello come base per l’atmosfera che voglio creare, da un layout approssimativo, spesso passo direttamente al disegno a china definitivo, passaggi ulteriori raffreddano il mio segno, certo quando si lavora con altri, anche la ricercatezza e definizione del disegno in un layout deve essere buona perciò in questi casi, metto molta cura nel facilitare chi deve approvare o chi deve passare alla fase successiva come una matita pulita… anche se in certi casi qualcuno si è lamentato di non poter solamente ricalcare nell’esecuzione di un clean-up… per fortuna non lavoro più con queste persone… e pensare che, se ho lasciato qualche dettaglio incerto, era per far godere del disegno, della sua partecipazione il disegnatore che sarebbe venuto dopo di me per arrivare ad una tavola finita, pronta per la pubblicazione.
Secondo me, non si può iniziare a disegnare all’improvviso… penso che, come è stato per me, un illustratore/disegnatore di fumetti, un pittore, non si possa improvvisare, deve avere studiato da sempre, non si diventa disegnatori SOLO grazie all’esercizio, allo studio continuo, indispensabile, certo, ma anche grazie alla PASSIONE per questi gesti. La passione forse nasce con noi e può essere attivata da qualcosa che ce la faccia riconoscere: un libro, un film, un racconto, una persona che si ammira.
In questo mondo, può lavorare anche l’ultimo degli appassionati, mancante di pensiero o delle dita, che si fa pagare in caramelle, ma vuoi mettere: guardare i propri disegni disegni pubblicati e vederne, si i difetti, gli sbagli ( l’ autocritica è fondamentale per migliorare e migliorarsi) senza l’imbarazzo di averli realizzati “male” col tuo nome scritto accanto?
NESSUNA delle cose che ho disegnato e che sono state pubblicate mi accontentano al 100%, non è frustrante, è un “mezzo” a cui tengo per non fermarmi, per non smettere di migliorare.
Ho temuto di perdere la capacità di disegnare nel 2014, quando ho scoperto di avere un tumore, non pensavo che avrei potuto anche morire, ma la mia paura più grande era quella di non riuscire più a tracciare i segni che vedevo nella mia mente.
Ho raccomandato al chirurgo di non ledere la parte destra del cervello che è propria della parte creativa di ognuno di noi! Mi ha garantito che sarebbe stato attento e che DOPO avrebbe voluto per sé un mio disegno!!
È stato magnifico, ho fatto un sogno molto vivido, ma con accenti “ultraterreni” durante l’intervento che mi ha strappato alla mia fine, non sono morta neanche per un minuto, ma l’effetto dell’anestesia è stato di conforto: giravo vorticosamente nell’acceleratore di particelle dell CERN a Ginevra, e contemporaneamente avevo i piedini della strega dell’EST, del film del mago di Oz e poi sono stata il mostro di Frankenstein Junior di Mel Brooks, mi sono risvegliata ridendo e solo dopo 8 giorni dall’intervento ero già tornata al lavoro, in quel periodo dovevo eseguire dei clean-up per un fumetto francese, dovevo consegnare, così senza nessun impedimento, ho continuato a lavorare, anche se certe persone non erano sicura che sarei potuta rimanere quella di prima… Mi dicono tutt’ora, dall’ospedale di Cremona che portano il mio caso ad esempio a chi sia affetto da questa patologia, per incoraggiare i pazienti, perché non abbiano paura. E’ gratificante.
Al contrario di quanto si pensi, sono sempre stata bene, sia durante il ricovero che durante le cure perché avevo affetto intorno e non ho perso la mia manualità, anzi, sono andata avanti come sempre, ho conosciuto persone fantastiche tra i pazienti e fra i medici e scoperto una Anna forte e tenace, appassionata. Sono solo un po’ più dormigliona 🙂
Il tuo è un tratto molto delicato, pulito, armonioso. Hai avuto qualche maestro che ti ha indirizzato verso questo taglio?
Il mio segno è frutto di quello che ho sempre rincorso tradite la volontà di raggiungere un effetto accettabile per me…
In questo segno definito ARMONIOSO c’è il sostegno di tutte le persone che mi hanno dato tanto, i miei miti dai quali ho tratto ispirazione: dagli insegnanti del liceo artistico, dell’Accademia Disney, la mia famiglia, chiunque abbia creduto in me e l’esperienza in Accademia Disney che mi ha trasmesso la cura per le forme, la fermezza della mano, l’energia fisica, le esperienze di lavoro, qualunque artista con cui abbia mai collaborato, non ultima: Barbara Canepa che nella realizzazione di END, mi ha “obbligato” a far uscire anche le mie capacità che non conoscevo ancora… mi ha fatto continuare a conoscere altri artisti, attingere da ogni tipo di espressione dell’arte, le varie correnti dell’ l’architettura, la pittura, etc, etc…
Sono ancora contenta di poter FARE questa professione, non è un buon periodo, fino a poco tempo fa erano gli editori stessi a coinvolgermi, ora sono io che devo andare da loro, qualche delusione e rifiuto l’ho avuto, fa parte dell’esperienza, per capire qual è la nostra strada, accetto critiche, se non offensive per puro sadismo che certe persone attuano, non so perché, ma tutto può essere utile per migliorare, evolvere.
A breve pubblicherò una raccolta delle mie Pin-up realizzate negli ultimi 20 anni della mia vita. Non avendo trovato un editore ricorro ad una autoproduzione, quando il libro sarà completo e stampato, edito, lo annuncerò sui social!! E vorrei sviluppare un mio fumetto scritto da me, se ne avrò il tempo!
Non sarà il mio primo libro firmato unicamente col mio nome, c’è una storia che ho scritto, disegnato e colorato da sola, si intitola Rose ed è stato pubblicato dal il Centro Fumetto di Cremona. E’ la storia in quattro capitoli , di una bambina del passato, una evocazione interpretata della fiaba La Piccola Fiammiferaia, dei personaggi della letteratura per ragazzi dei miei tempi…
Ho usato uno stile molto diverso da quello che uso per il lavoro, è uno stile molto fresco e veloce, esprime ugualmente la mia personalità…
con questo e solitamente nei miei disegni, nelle mie storie parlo soprattutto ad un pubblico femminile romantico, perché ci si identifichi e perché mi sono sempre sentita maggiormente compresa da questo.
E’ il tuo momento… cosa ti senti di dire ai lettori di Mondo Japan?
Di distinguersi dalla massa, LEGGERE, osservare, scegliere il bello, qualunque opera eseguita con cura per lo spettatore, non solo nell’odierno, studiare e tramandare la maestria di molti artisti italiani…