Non si può certo dire che Dylan Dog non esplori ogni argomento che si conosca. In questo nuovo numero “Dylan Dog – Morti in sedici noni” autori Corrado Roi e Roberto Recchioni, l’indagatore dell’incubo si trova coinvolto in un torbido intrigo artistico-erotico.
Alla sua porta si presenta la giovane Mina Stewart che gli racconta che il suo fidanzato, Mark Lannegan è scomparso. Egli è un restauratore di opere d’arte ed era stato assunto da una coppia, Lucille e Joe Bargel, per un lavoro ma con il passare del tempo aveva notato in lui un cambiamento, c’era qualcosa che lo tormentava come un demone si fosse insinuato in lui.
L’opera su cui stava lavorando, era di un’artista sconosciuto, di un periodo indefinito con tecniche e materiali misteriosi, un quadro antico, oscuro e fuori dal tempo.
Dylan accetta l’incarico e quando si presenta a casa dei Bargel, viene accolto dalla Signora Lucille, la quale afferma che suo marito Joe e Mark sono scappati insieme. Conduce l’investigatore dinanzi all’opera, il quale si sente perduto.
Ritornato da Mina gli racconto quello che ha scoperto, quest’ultima decide di presentarsi alla casa della donna, la quale non rimane sorpresa ma dichiara che la stava aspettando e tra le due inizia un’intesa molta intima…
Una storia che si concluderà nel numero successivo, il 445 che proietta il lettore nel mondo dell’arte, quell’arte subliminale da diventare ossessione e fonte di tragedia, in un contesto tale che l’opera è talmente orrenda che piace.
A rendere intrigante questo racconto è lo stile di disegno, dalle tinte noir in cui il nero è predominante nelle scene più cariche di pathos, le figure ottimamente delineate esplodono nella loro massima intensità nei momenti erotici in un turbinio di chiaro e scuri, giocando sul vedo e non vedo.
Il mistero avvolge ogni tavola e si giunge alla conclusione di questo albo, con la curiosità di sapere come procederà il tutto, in quanto per il momento abbiamo conosciuto i personaggi ma non il loro motivo d’azione. Senza dubbio uno dei numeri più interessanti di Dylan Dog, raccontato in maniera magistrale, senza dilungarsi ma focalizzandosi su ciò che deve ruotare la storia. Il protagonista stesso, risulta psicologicamente più adulto e deciso, rispetto a tanti altri albi.
Una sceneggiatura non banale ma che si legge scorrevolmente, senza troppi intoppi o congetture che creano complicazioni e trame troppo intrigate ma dando vita ad una spirale di avvenimenti tutti da scoprire.