Immersi nel Giappone del XVII secolo, in pieno periodo Tokugawa, avremo l’occasione di conoscere uno spaccato della società dell’epoca, attraverso le pagine “Le Cronache dell’acero e del ciliegio – la maschera del No” di Camille Monceaux, pubblicato dall’Edizioni L’Ippocampo.
Un’opera che pagine dopo pagina coinvolgerà il lettore, facendogli vivere in prima persona tutte le vicende del protagonista.
Un bambino di due anni viene abbandonato nella foresta e viene raccolto da un maestro di spada, il suo nome è Tenzen, dal passato piuttosto misterioso. Raccolta la creatura lo porta vivere con sé, isolato dalla civiltà, insegnandogli la via della spada ed erudendolo dandogli il nome di Ichiro . L’unica nozione che il bambino ha dei suoi genitori, è quella di un ciondolo d’oro a forma di foglia d’acero che gli è stato lasciato.
La vita del ragazzo procede tra gli insegnamenti del maestro e la vita nella foresta, fino a quando Tenzen viene ucciso dal ninja Masashige, inviato dallo Shogun Tokugawa Ieyasu, il quale vuole riprendere una spada appartenuta al Maestro di Tenzen: Masayuki, forgiata da Muramasa e considerata una lama maledetta.
Il ragazzo scappa a Edo, dove vive per un periodo per strada e sopravvivendo di espedienti, fino a quando incontra Daichi, un poeta squattrinato che però gli trova un lavoro presso un commerciante di sakè.
Qui, grazie all’istruzione ricevuta dal Maestro, si appassiona all’esibizioni teatrali che lo porteranno a conoscere una misteriosa donna, Hiinahime, la quale ha dei legami di parentela con lo Shogun, il cui volto è celato da una maschera del teatro NO…. Ma il passato però non si dimentica…..
Un’opera che appassionerà il lettore immergendolo nell’epoca feudale Giapponese, questo grazie alla capacità dell’autrice che oltre ad essersi ampiamente documentata, deve possedere delle innumerevoli conoscenze storiche del Paese del sol Levante, in quanto le descrizioni sono ricche di particolari, dall’abbigliamento alle usanze alimentari, dalle strutture delle abitazioni agli stili di vita fra le differenti classi sociali e tanti altri particolari e aneddoti che rendono il racconto, una vicenda che sia veramente accaduto all’epoca.
Non un semplice romanzo ma un’opera letteraria che ricorda culturalmente romanzi come “Oliver Twist “di Charles Dickens, “I Ragazzi della via Pàl” di Ferenc Molnàr, “Senza Famiglia” di Hector Malot ma con una narrazione più incisiva e moderna, attraverso avvenimenti che sorprendono e aumentano il pathos nel lettore. In oltre, le descrizioni sono così meticolose che le pagine si leggono con la mente, in quanto si ha davanti gli occhi i protagonisti che si muovono nell’ambientazione del Giappone del periodo Tokugawa, si ha la sensazione di sentirne la voce dei vari personaggi, gli odori della foresta, i rumori della cittadina di Edo, i suoni durante le rappresentazioni teatrali.
Una lettura emozionante, il cui evolversi degli avvenimenti che vedono coinvolto Ichirō, non si fermano in questo libro, in quanto l’autrice ne realizzerà una tetralogia e prossimamente arriverà il secondo capitolo: “La Spada dei Sanada”, quindi prepariamoci a ritornare a vivere l’epoca dei Samurai.