Hiromasa Yonebayashi, regista del lungometraggio “Mary il Fiore della Strega” realizzato nel 2017 dallo Studio Ponoc, ha dato vita , grazie alla sua creatività, ad un’ opera raffinata ed elegante, con colori accesi e vivi che sembrano voler uscire dallo schermo. Portando così la bellezza dell’animazione a livelli sublimi, paragonabili ai film di Myazaki .
Il regista ha lavorato presso lo Studio Ghibli come animatore a film di successo come : “La Principessa Mononoke” ,” Il Castello errante di Howl”, “ La Città incantata”, “ Ponyo sulla scogliera”, “ I miei vicini Yamada”…. E lo si nota moltissimo, sia nella sceneggiatura magica e onirica, sia dal disegno curato e ricco di particolari paragonabile all’arte Barocca, con fondali che cambiano in continuazione e paesaggi rurali senza tempo, conducendoci così nelle vicende di “Mary il Fiore della Strega”.
Mary Smith è una bambina che sta trascorrendo un periodo di vacanze dalla sua zia in campagna, quando seguendo un gattino nero all’interno di un bosco, trova un misterioso fiore che sboccia solamente una volta ogni sette anni. E’ un fiore magico e una volta colto le donna il potere di volare a cavallo di una scopa al di là delle nuvole, fino al palazzo di Endor, una scuola di magia diretta da Madame Mumblechook e dal Dottor Dee. Qui viene scambiata per una maga…..
Il lungometraggio tratto dal Romanzo di Mary Stewart, porta lo spettatore in una dimensione in cui la magia ricopre un ruolo importante, proprio come in Harry Potter ma in un contesto meno cupo e violento.
Anche Mary dovrà affrontare personaggi con sete di potere e tra azione e momenti di adrenalina, potremmo avvalerci di un tocco poetico che avvolge tutta l’opera, riuscendo così a commuovere e entusiasmare lo spettatore e mentre la storia si evolve anche i personaggi acquisiscono nuove identità, specialmente Mary che risulta molto più matura alla fine del film.