La presentazione di un’ manga è sempre ricca di spunti e di curiosità, se poi quest’opera è “L’Imperatore del Giappone, La storia dell’Imperatore Hiroito” delle Edizioni Ippocampo, con disegni di Junichi Nojyo tratta dall’opera di Kazutoshi Hando, si viene coinvolti in un’ atmosfera tra storia e romanzo.
L’evento avvenuto presso la libreria Feltrinelli di Piazza Piemonte a Milano, alla presenza della traduttrice del manga Asuka Ozumi e del Professore di storia Orientale Marco Zappa, è stata l’occasione per conoscere nel dettaglio alcuni aspetti dell’opera e del contesto storico in cui si svolge. Mettendo in risalto, come il passaggio dall’era Meiji all’era Showa abbia portato dei cambiamenti nelle Istituzioni politiche e sociali.
La figura dell’allora principe, Michi futuro Imperatore Hiroito, vive in una bolla, lontano dalla vita comune e di tutti i giorni, venerato con un’attenzione maniacale, fatta di riti istituzionali che forse per un Occidentale non sono facili da comprendere. La sua istruzione è assegnata a precetti, svolta in una scuola propriamente costruita per il suo insegnamento.
Grazie ai due relatori, si ha così una visione più ampia e competa dell’opera, attualmente ancora in fase di pubblicazione in Giappone giunta al decimo albo, in Italia verso l’Autunno dovrebbero essere pubblicati il terzo e quarto albo.
Elemento che la traduttrice Asuka ha fatto notare che molte onorificenze, utilizzate nel Giappone dell’epoca, sono state tradotte con termini Occidentali, in quanto sarebbe stato complicato darne una spiegazione.
Si è dinanzi ad un’opera a fumetti che risulta un testo di storia del 900, partendo dall’infanzia del futuro Imperatore e di tutto quel contesto storico che lo coinvolgerà direttamente e indirettamente, un lavoro molto dettagliato, in cui spesso l’artefice della traduzione, afferma che non è così facile nel rendere tutto fluido, soprattutto quando vengono usati gerghi tecnici, militari…
Una lettura affascinante che avrà un sapore ancora più intenso, dopo questa conferenza, in cui sono state spiegate molte nozioni delle “dietro le quinte”, non si può far altro che fare un grosso plauso all’Ippocampo, per la scelta e la dedizione del loro lavoro.