E’ sempre un emozione quando mi appresto ad intervistare un’artista, in quanto nelle sue parole, nei suoi racconti, scopri delle esperienze, delle atmosfere magiche. Nel caso di Salvatore Pascarella in arte Nives, ho avuto l’impressione di essere il personaggio di un suo fumetto. Nel suo modo di raccontare vi è l’enfasi di uno shonen manga e adesso, anche voi che inizierete a leggere l’intervista, sarete coinvolti… parola a Salvatore:
Ciao a tutti! Sono Salvatore Pascarella, in arte Salvatore Nives, Architetto di formazione in quel di Napoli, ad oggi fumettista a tempo pieno per il mercato francese e docente di Tecniche Manga alla Scuola italiana di Comix di Napoli. Amo il mondo nerd in generale, il genere fantasy, leggere e…mangiare il buon cibo nostrano!
Quando è incominciata la tua avventura nel mondo del fumetto.
Professionalmente è iniziata nel 2017 con la pubblicazione del primo volume di Flare Zero per l’editore francese EditionsH2T/Pika, ma il mio percorso nel mondo del fumetto è partito molto prima con le autoproduzioni in Self Area al Lucca Comics and Games, dal 2010 al 2014 circa. Successivamente, c’è stata una piccola pubblicazione per Mangasenpai (Legend of Avalon) e dal 2016 è iniziata la mia formazione editoriale come mangaka in Coamix, una casa editrice di manga giapponesi, a seguito delle vittorie ai concorsi del Silent Manga Audition.
Ogni mio traguardo è stato un piccolo sogno che si è realizzato, ma se dovessi sceglierne uno, senza dubbio sarebbe la vittoria al concorso giapponese Silent Manga Audition. Quel momento è stato un po’ uno spartiacque personale che mi ha aperto le porte al progetto Masterclass della Coamix. Al suo interno ho avuto modo di collaborare con autori ed editor giapponesi, apprendendo direttamente da loro le tecniche Manga ed il metodo narrativo giapponese. E’ stata una meravigliosa esperienza formativa, che mi ha portato poi alla pubblicazione di due oneshot per lo stesso editore (“Atena Cavaliere Errante” e “Pizza King”).
Come nasce la realizzazione di un fumetto? Quali sono, secondo te, gli elementi perchè questo sia apprezzato dal pubblico.
Se parliamo di Manga, nasce fondamentalmente da un’idea/concept di base e, soprattutto, dalla contestualizzazione emotiva di un personaggio. Questi due elementi sono le fondamenta sulle quali sviluppare poi, strumentalmente, un intreccio, ma seguendo quello che ho appreso in Giappone, lo sviluppo e gli archi di trasformazione dei personaggi sono per un Manga assolutamente essenziali e sono gli elementi cardine sui quali i lettori decideranno se proseguire o meno la lettura. Ci sono poi naturalmente un’altra serie di aspetti più tecnici che riguardano la composizione e la ritmica della pagina, ma naturalmente non basterebbero 10 di queste interviste per parlarne in modo approfondito!
Ultimo ma non per importanza, l’esperienza emotiva che un Manga riesce a trasmettere a chi legge: un aspetto fondamentale della fruizione che permette di stabilire quel caratteristico “punto di fidelizzazione” che spingerà il lettore a proseguire la storia fino al suo termine.
Quelli a cui sono maggiormente legato sono sicuramente Draco e Aurora di Flare Zero e Almarr ed Elyn di Flare Levium. “Flare Zero” è un fumetto che presenta uno stile pulito, lineare ma nello stesso tempo ricco di particolari e intenso. Non voglio fare paragoni ma sono rimasto impressionato tanto da pensare che fosse tratto da qualche opera del compianto Kentaro Miura. Ci puoi parlare di questo tuo lavoro?
Indubbiamente, Miura è stata una mia enorme influenza sul piano narrativo oltre che grafico. A dire il vero le opere del Maestro Inoue, autore di Slam Dunk e Vagabond, hanno avuto un impatto artistico superiore ed è stato per anni il mio punto di riferimento, tuttavia Berserk, opera magna di Miura, è probabilmente quella che invece, in quanto a genere narrativo ma soprattutto per la sua incredibile scrittura, mi ha lasciato maggiormente il segno.
Flare Zero è un’opera molto diversa sia da quelle di Inoue che di Miura, nasce come mio desiderio di creare uno Shonen d’avventura e combattimento in stile GDR giapponese. In effetti, nasce sotto l’influenza di videogiochi come Dragon Quest e soprattutto Final Fantasy 9, più che dalle mie letture manga.
Inizialmente, durante gli anni del liceo, avevo scritto una lunghissima trama corale composta da vari personaggi che intrecciavano in momenti differenti le loro strade in questo grande universo fantasy. Alexander Draco, protagonista di Flare Zero appunto, era uno di questi personaggi, ed era quello di cui avevo definito con più cura la backstory. Per cui, qualche anno dopo, decisi di creare un progetto per un Manga interamente dedicato a lui. E’ stata questa la genesi del progetto “Flare”, composto appunto di una storia Zero (Flare Zero) che tratta delle origini di Alexander, e di un sequel (Flare Levium) che racconta e dipana a tutti gli effetti il vero intreccio dell’opera.
Per un fumettista, quanto è importante l’interazione con i lettori? Qual’ è stata la soddisfazione maggiore che hai ricevuto da loro?
Le soddisfazioni maggiori ricevute dai lettori sono semplicemente il vedere che continuano a leggere le tue storie, e che parlano dei personaggi come se fossero loro amici, persone in carne e ossa. Sono quelli i momenti che danno un senso al duro lavoro svolto nel corso di mesi e mesi, a volte anni, di lavorazione. Progetti per il futuro?
Riuscire a raccontare la mia prossima storia al meglio delle mie possibilità!
E’ il tuo momento….. cosa ti senti di dire ai lettori di Mondo Japan?