Per cercare di capire il popolo giapponese e per comprendere meglio molti, ma davvero molti manga ed anime, sarebbe opportuno soffermarsi, almeno per una volta, su quella che anticamente era la religione più importante del Giappone: lo shintoismo.
Chi legge abitualmente i manga o guarda gli anime avrà visto riti di purificazione dello shintoismo centinaia di volte, o avrà assistito chissà quante volte a molti altri riti o leggende tipiche di questa religione, basti pensare solo ai manga di Rumiko Takahashi che ne sono davvero pieni.
Per questo motivo abbiamo deciso di scrivere un articolo su questa religione, articolo al quale vi rimanderemo se ci dovessimo trovare nuovamente a che fare con le pratiche dello shintoismo, quindi conservatelo gelosamente!
Lo shintoismo in breve
E’ la religione nativa del Giappone e, nel passato, è stata anche la religione di stato.
Gli shintoisti adorano i “kami” il cui termine significa “divinità”, anche se è una traduzione non proprio corretta visto che nello shintoismo questo termine viene utilizzato più come onorificenza. Ci sono differenti tipi di Kami: le divinità vere e proprie (simili agli dei romani o greci), fenomeni naturali (come ad esempio vento e tuono), esseri naturali (come ad esempio il sole, le montagne, i fiumi) ed animali (come la volpe e l’anuki, una sorta di procione).
I Kami
Lo shintoismo, con il passare del tempo, ha aggiunto alla sua lista di Kami (che prima erano soltanto fenomeni naturali) anche spiriti antropomorfi, come eroi leggendari o figure mitologiche. Sebbene queste ultime siano considerate divinità, non sono considerati onnipotenti.
Per tradizione i Kami possiedono due anime: una gentile (Nigi-mitama) ed una aggressiva (ara-mitama). A seconda dell’anima che possedeva il Kami quindi, ci si può aspettare un comportamente gentile o violento. In questo modo venivano spiegati gli improvvisi mutamenti della natura.
I preti shintoisti
Attualmente i sacerdoti shintoisti possono essere sia donne che uomini. E per diventare sacerdoti bisogna frequentare un seminario; mentre anticamente la carica era ereditaria e veniva passata esclusivamente tra famigliari.
Sebbene oggi esistano ancora, i templi a conduzione famigliare sono rimasti in pochi.
I sacerdoti shintoisti si possono sposare ed avere figli, secondo i loro desideri. Molto importante, nei riti shintoisti, anche il ruollo della miko, le cosiddette “vergini”: ragazze adolescenti (solitamente le figlie del sacerdote) vestite con il classico abito bianco e rosso che assistono il sacerdote nei preparativi delle feste.
Credenze
Per lo shintoismo lo spirito umano è eterno, proprio come i Kami. Quando si muori quindi si cambia semplicemente forma di esistenza e si accede ad un altro piano di esistenza che convive con il mondo che noi vediamo.
Sebbene lo Shintoismo ed il buddismo abbiano convissuto per centinaia di anni pacificamente e molto spesso si sono amalgamate, la differenza tra il buddismo e lo shintoismo sta proprio nella concezione della morte. Mentre il buddismo enfatizza la vita dopo la morte, lo shintoismo enfatizza la vita di tutti i giorni e ci spinge a ricercarne la felicità, in particolare beandosi delle piccole cose.
La natura per lo shintoismo è sacra, in quanto è una espressione della divinità ed il pieno contatto con essa comporta il raggiungimento della felicità.
Riti
Uno dei riti fondamentali dello shintoismo è senza dubbio quello della purificazione, presente in altre forme in quasi tutte le religioni.
Secondo lo shintoismo nulla è peccaminoso di per sé, certi atti o comportamenti però creano una impurezza che una persona dovrebbe evitare se vuole ottenere pace mentale e buona fortuna.
Per questo movito, l’elemento principe per purificarsi è l’acqua. Quindi abbiamo persone che si purificano in meditazione sotto le cascate o tramite abluzioni con acqua di fonte o acqua di mare. Non è semplicemente lavarsi, ma una purificazione ad un livello più profondo, quasi spirituale. Il male e gli atti sbagliati sono chiamati infati “Kegare” che tradotto letteralmente significa “sporcizia”.
Oltre alla purificazione abbiamo la venerazione che si fa con suoni e profumi, consentendo alla mente di rilassarsi piacevolmente e di mettersi in contatto con i kami, ognuno a proprio modo. I templi shintoisti sono sempre aperti ed a disposizione di chiunque voglia fare offerte o pregare.
Non c’è un modo di pregare, ognuno lo fa a suo modo e raggiunge il contatto con la divinità come meglio crede. Oltre ai templi può farlo in casa o, meglio ancora, in mezzo alla natura.
Torii
I torii sono uno dei simboli dello shintoismo, sono i portali, generalmente di colore rosso, che danno accesso ai templi shintoisti. L’origine di questo simbolo si perde nella notte dei tempi, ma non così il significato della parola.
“Tori”, con una sola “i” significa uccello, poiché i primi torii erano destinati ad ospitare gli uccelli, considerati molto importanti dallo shintoismo perché simboleggiano il contatto tra terra e cielo, ovvero tra il mondo umano e quello divino.
Di torii negli anime ne ho visti a centinaia… si dice che attraversare un torii significhi rivitalizzare i sensi spirituali e mettersi in collegamento con l’intero universo. I torii indicano quasi sempre la presenza di un tempio shintoista nelle vicinante e sono posizionati in zone che hanno grande bellezza o sono molto particolari.