Nell’ antichità il Giappone era suddiviso in tanti piccoli staterelli rivali l’uno con l’altro e viveva in uno stato di perenne guerra. I nobili richiamarono a loro dei guerrieri valorosi e fedeli: i samurai (侍 dal verbo saburau = servire-essere al servizio)che erano al completo servizio del proprio padrone (daimyo) e per lui erano pronti anche a togliersi la vita tramite il famoso rituale chiamato seppuku. Seguivano un codice di comportamento bellico chiamato bushido che letteralmente significa “via del guerriero”, che portava avanti il concetto di onore sia in battaglia che nella vita comune, inoltre disciplinava i rapporti da tenere in uno stesso clan e con il proprio capo. Il samurai doveva essere sobrio, modesto, in guerra doveva essere coraggioso, leale, solidale e naturalmente doveva avere un grande onore. A loro erano attribuiti spesso due termini: bun che indicava saggezza di tipo confuciano e bu che indicava il contesto marziale. Infatti una delle doti essenziali del samurai era il giusto equilibri tra azione e riflessione.
I samurai facevano parte di una casta colta e, oltre alle arti marziali, direttamente connesse con la loro professione, praticavano arti zen come il cha no yu (arte del tè) o lo shodō (arte della scrittura). La cerimonia di investitura da vassallo e signore era centrata su un giuramento che veniva trascritto su un rotolo, kishomon. Il kishomon dopo essere stato compilato veniva bruciato e sciolto in un liquido che il samurai beveva, in questo modo interiorizzava sia materialmente che simbolicamente il patto che aveva fine solamente con la morte da parte di uno dei due contraenti. Il legame che univa i due era talmente forte che quando un signore moriva, molti dei suoi samurai si suicidavano per seguirlo anche nell’aldilà, questa usanza veniva chiamata junshi . Uno degli episodi più famosi è senz’altro quello dei 47 Ronin
Assalto del cancello del palazzo di Kira da parte dei 47 Ronin
La leggenda dei 47 Ronin(四十七士浪人 Shijūshichishi rōnin, lett. “quarantasette uomini erranti”) è amatissima in Giappone ed è tramandata di generazione in generazione. Ogni anno il 14 dicembre le scuole chiudono per ricordare questi uomini. La storia dei Ronin narra di 47 nobili samurai che, all’inizio del XVIII secolo , si trovano ad essere ronin, ossia uomini senza padrone, abbandonando il castello nelle mani degli inviati dello shogun e decidono di rendere onore alla morte prematura del loro Signore che dovette fare seppuku perché accusato di aggressione a mano armata all’interno del castello di Edo.
Il film diretto da Carl Rinsch con Keanu Reeves offre una rivisitazione epic-fantasy della leggenda del sommo sacrificio e dell’onore immortale dei ronin. Keanu Reeves è il protagonista nella parte di Kai, un emarginato che si unisce ad Oishi (Hiroyuki Sanada), il leader dei 47 Ronin. Insieme cercano la vendetta sul Signore tiranno che ha ucciso il loro Maestro, Asano, e tutta la corte demoniaca che gira intorno a lui, consapevoli del fatto che questo significherà una condanna a morte. Per restituire l’onore al loro Signore, i guerrieri si troveranno ad affrontare delle dure prove per distruggere i samurai del nemico. Per poter appassionare il pubblico Occidentale è stato necessario inserire , oltre alla mitologia demoniaca, un protagonista per metà occidentale,Kai , e una storia d’amore tra il protagonista e Mika , la figlia di Asano, Signore di Ako. Dopo una difficile battaglia vinta da Kai e dai suoi uomini, i ronin si arrendono all’autorità dello Shōgun, e questi li condanna a morte in quanto hanno apertamente violato il suo divieto di vendicare Asano, ma li ritratta come samurai e concede loro una morte tramite il seppuku e l’onore di essere sepolti con il loro maestro Asano.
Tombe dei 47 Ronin al tempio di Sengakuji
By Valeria Turino