Le vicende, nel mondo Marvel, si susseguono, interagiscono e danno vita a nuove saghe e avvenimenti di dimensioni sempre più interplanetarie ma creando situazioni piuttosto intricate e complesse e contraddittorie che possono disorientare gli spettatori che non sono accaniti lettori dei comics.
“Secret Invasion” la serie trasmessa su Disney Plus, diretta da Ali Selim, presenta una nuova porzione dell’ Universo Marvel, legato alle vicende del popolo dei Skrull che avevamo conosciuto nel film di Capitan Marvel, i quali si sono stabiliti sulla Terra mescolandosi con i terrestri e assumendo cariche importanti a livello politico ed economico.
Tra questi rifugiati vi è Gravik, uno Skrull che è rimasto insoddisfatto della promessa, fatta trent’anni prima, non mantenuta da Nick Fury (Samuel L. Jackson) il quale aveva fatto al suo popolo, ovvero in cambio del loro aiuto, gli avrebbe trovato un nuovo pianeta in cui vivere. Per questo vuole vendicarsi e conquistare il Pianeta Azzurro con atti terroristici….
In sé la trama è piuttosto banale e presenta troppi risvolti politici, con frecciatine alla situazione attuale della scena mondiale; inoltre vi sono dei buchi narrativi che lasciano troppi dubbi e interrogativi, con poche scene d’azione e un Fury molto meno intraprendente che rimane legato ad una sceneggiatura che non gli appartiene.
Una serie che ha il suo punto di forza su Samuel L. Jackson, il quale da solo riesce a reggere l’intera produzione, in quanto tutti gli altri personaggi che ruotano intorno alla trama, risultano poveri di carisma e hanno poco da dire se non in maniera forzata e limitati a se stessi.
Lascia ancora più perplessi il fatto che dopo l’ultima puntata, non vi è la scena post – crediti, facendo cadere nel nulla una serie che potrebbe non avere nessun altro collegamento con le vicende dell’Universo Marvel.
La sensazione, dopo il successo e leggendario di “Avengers End Game” e che le idee latitano e la mancanza di veri Supereroi accattivanti che esaltino il pubblico che per il momento non se ne vedono, stia creando troppe critiche dovute al fatto che la Disney, pensi solo a realizzare prodotti in serie per fare soldi senza guardare la qualità.. Questa nuova fase, sembra trascinarsi senza un vero filo logico, vivendo ancora di luce riflessa dei successi delle opere precedenti. Idee piuttosto raffazzonate e un eccessivo politically correct, sembra frenare un genere che ha tantissimi appassionati non soltanto tra i lettori di fumetti.