Dietro alla creazione di fumetto e del suo successo, ci sono autori, appassionati, organizzatori, artisti…. noi di Mondo Japan siamo andati ad incontrare una pietra miliare di questa arte che ne ha dato una dimensione internazionale alla Città di Torino. Con molto piacere: Vittorio Pavesio.
Vittorio sei stato Direttore Artistico di Torino Comics per molti anni, com’è iniziata questa splendida avventura?
R – Negli anni ottanta con Gianfranco Goria e un gruppo di appassionati era nata l’Anonima Fumetti. Dopo un lungo periodo di attività da “carbonari” nel mio vecchio studio seminterrato, ci siamo fatti notare. Un certo Luciano Casadei ci ha contattati nel 1993. All’epoca era un grande organizzatore di eventi musicali, e aveva notato l’interesse del pubblico verso il fumetto. Non essendo un suo settore di conoscenza ci ha chiesto di collaborare così abbiamo iniziato ad organizzare la prima edizione di Torino Comics. Io l’ho sempre considerata una edizione “zero” un po come si fa con le riviste! Nel 1995 la prima vera edizione con Pietro Miccia sul manifesto e il sostegno dell’Anonima Fumetti. Dall’anno successivo sono stato incaricato di occuparmi di quasi tutto. Una grande responsabilità con un grande lavoro. Oggi siamo al traguardo dei trent’anni di vita della manifestazione tra mille avventure con tempeste e calma piatta, come direbbe un vecchio lupo di mare.
Tra le tante iniziative hai realizzato il personaggio “Pietro Miccia”. Parlacene dal momento in cui hai avuto l’ispirazione al suo grande successo come emblema del premio che veniva dedicato ai disegnatori
emergenti.
R – Nata l’esigenza di avere una mascotte e di realizzare un manifesto, ho studiato un soggetto che potesse rappresentare la manifestazione, la città, il fumetto e anche la combattività pacifica degli autori, le loro passioni e il loro mondo!
Il simbolo della nostra città sabauda è la Mole Antonelliana, ma sembrava una scelta troppo banale e ovvia. Il mio interesse si è rivolto ad un personaggio simbolo dell’assedio di Torino nel 1706. Pietro Micca, eroe morto per salvare la città dai francesi. Nella guerra di mina e contromina sotto le mura della città fece saltare il passaggio sotterraneo evitando l’ingresso al nemico. Esiste a Torino il Museo Pietro Micca dove si può conoscere la storia di quei tempi gloriosi.
Quindi che fare, Pietro Micca è diventato “Pietro Miccia” un semplice gioco di parole sulla “miccia” elemento fondamentale per fare esplodere una bomba… in questo caso una pacifica esplosione di entusiasmo, una manifestazione dove gli eroi sono molto amati. Ho semplificato la divisa militare dell’epoca, ho messo in mano al personaggio una matita infuocata e lanciato all’assalto. Il riferimento ai “cugini” francesi non era certo bellicoso in questo caso, anzi un esempio da seguire sulla cultura del fumetto.
L’effige di Pietro Miccia è stata trasformata anche in spille, medaglie, monete… un grande successo il cui merchandising ancora oggi è ricercato dai collezionisti.
R – E’ sempre stata una mia passione collezionare gadget e oggetti dei personaggi del fumetto mondiale. Quindi realizzare del merchandising con Pietro Miccia è stato un gran divertimento, ancora oggi una vera “goduria” per me. Negli anni Pietro Miccia è stato anche scolpito per la realizzazione di statuette come trofei per il concorso omonimo. Il premio Pietro Miccia era dedicato ai giovani autori, con i buoni propositi di dare visibilità a chi voleva intraprendere questo difficile quanto fantastico mestiere.
Inoltre nel 2002, il personaggio è stato realizzato in 3D per una breve animazione usata per uno spot pubblicitario nella sale cinematografiche di Torino.
Di solito un disegnatore mette sempre qualcosa di lui stesso nel personaggio. Quanto c’è di Vittorio Pavesio in Pietro Miccia?
R – Nessuno mi crede quando lo affermo, ma quando ho pensato a questo personaggio ero ben lontano da immedesimarmi con lui. Poi essere un piemontese al 100%, portare da sempre i baffi mi ha giocato contro. A parte questo lato buffo della questione, è verissimo che ogni autore consciamente o inconsciamente mette qualcosa di suo nel personaggio che crea. Pietro è combattivo, indomito e sensibile, caratteristiche che sento di avere anch’io alla luce di quanto mi è successo in questi ultimi dieci anni. Un’avventura che mi ha messo alla prova, ho vinto e mi sono liberato da un assedio, qualche nemico ma tanti compagni di battaglia, leali e sinceri.
C’è qualche aneddoto, curiosità, particolarità che vuoi raccontare inerente alla Mascotte di Pietro Miccia?
R – Più che un aneddoto è una grande soddisfazione, da un paio di anni Pietro Miccia è stato ufficialmente adottato come mascotte del Museo Pietro Micca di Torino. Per me un grande riconoscimento, anche dell’affetto con cui ho fatto questa scelta di usare questo personaggio storico come eroe della manifestazione.
Da quegli anni ad oggi, quanto il fumetto è cambiato?
R – Una domanda complessa, tutto il mondo è cambiato, anche il fumetto.
Mi piace di più il termine “evoluzione” ma detto con il dovuto rispetto delle origini di quest’arte. Un’arte semplice e al tempo stesso complessa di raccontare. Come i grandi maestri Will Eisner e Scott McCloud hanno dimostrato, la loro arte sequenziale e i vari trattati a fumetti di semiologia, la loro stessa esistenza.
Negli anni, ho sentito svariate volte che il fumetto è in crisi, ultimamente quasi spacciato, numeri delle vendite in caduta per alcuni classici. Questa realtà non posso certo negarla, ma si tratta di cambiamenti generazionali e di evoluzione.
Molti personaggi sono diventati simbolici a tal punto da non poter essere dimenticati. Il successo di Zerocalcare che ha varcato i confini del mondo del fumetto, il successo planetario del manga One Piece e altri mille esempi di grandi successi dell’arte sequenziale hanno continuato a fornire idee al grande universo del cinema. Il fumetto vive, non sopravvive!
Vittorio è il tuo momento… un saluto ai lettori di Mondo Japan.
R – Un ciao a tutti è troppo semplice ma ci vuole, meglio un grazie a tutte le persone che in questi anni in qualche modo hanno seguito quello che ho fatto, cercando di fare del mio meglio, sbagliando, soffrendo ma sicuramente e sinceramente amando questo mondo. Un mondo che in certi casi ti fa sentire fuori dalla realtà, la una realtà che si mescola con la fantasia. Cerco sempre di guardare il mondo con il cuore e gli occhi ingenui di un bambino.
Vi aspetto a Torino Comics, l’avventura continua!