Ammettiamolo, gli studi di animazione Nipponici hanno un incipt che li porta a realizzare opere che nessun’altro avrebbe immaginato. E’ il caso di “Back Street Girls Gokudolls”, tratto dal manga di Jasmine Gyuh che parte da una situazione paradossale per proseguire ancora di più nel assurdo in siparietti di comicità trash.
Tre Yakuza: Kazuhiko, Kentaro e Ryu, della famiglia Inugane, commettono un errore e Capo non accetta le loro scuse, mettendoli in condizione di scegliere tra due soluzioni: essere uccisi o diventare delle idol con relativa trasformazione fisica e sessuale, per poter così trarne profitto economico.
Diventano così Chika, Airi e Mari che si esibiscono in spettacoli e concerti, vengono chiamate come ospiti in radio, incontrano i fan, partecipano a programmi televisivi ma nel loro “io” rimangono yakuza e quindi nascono incomprensioni e situazioni divertenti, nel quale si trovano coinvolti gestori di locali, yakuza di altre famiglie, vecchie idol, fan di età avanzata e ulteriori mafiosi trasformati in idol.
Un anime senza troppe pretese, in cui le situazioni grottesche e scurrili sono dominanti ma proprio per questo, invoglia a vedere tutta la serie, per sapere come possa finire un’opera così sopra le righe.
L’animazione è molto limitata, infatti è basato molto sul fermo immagine in cui avviene buona parte del dialogo, ricorda per certi versi i cartoons degli Anni 60-70 Americani, con un disegno ridotto nei minimi termini, anche se l’anime non tralascia particolari per rendere al meglio le idols e le location.
L’idea di questo anime è presentare il fenomeno idol in versione caricaturiale, quindi ridicolizzandone tutti gli aspetti, portandoli all’estremo in cui niente viene lasciato al caso, la dissacrazione di queste figure, dal loro modo di parlare a quello che mangiano, dallo stile fashion alle relazioni con il pubblico, produttori, artsiti… viene completamente stravolto.