Il 15 Aprile 1928, il dirigibile “Italia”, decollava da Baggio direzione Polo Nord. Sul ponte di comando, il Generale Umberto Nobile, osservava dal’ oblo la città di Milano che si distendeva sotto di lui, avvolta nella nebbia notturna quasi fosse un fenomeno sopranaturale.
Il racconto, vede lo stesso Nobile riflettere nella propria mente, l’emozioni nell’osservare la Città, sorta su corsi d’acqua che tra storia e leggenda narra di draghi , tra cui il più famoso il Drago Tarantasio, del Lago Gerundo. Il protagonista ci guida tra miti non ancora sopiti, un’epoca che per alcuni potrebbe risultare morta e sepolta e invece nel pensiero del Generale, scorre con una vena nostalgica.
Di riflessioni in riflessioni, quasi si vivesse in un sogno, in una notte magica, il dirigibile pian piano si allontana dai territori Nazionali per diventare un pezzo di storia Italiana da raccontare nel tempo.
“Draghi, Dirigibili e Mongolfiere – C’era una volta Milano” pubblicato da Oligo Editore, sembra voler svelare segreti secolari, dando alla Città Lombarda una connotazione d’immortalità, un immaginario unico e mai presentato ma tenuto nascosto.
L’autore Luca Corvi, descrive con gli occhi di Nobile, vedute magnifiche e incontri che sarebbero stati emozionanti, queste leggendarie creature che l’illustratore Paolo Barbieri li elabora, li crea, gli conferisce quasi un’anima, tanto da sembrare vivi che osservandoli ci si aspetta che da un momento all’altro prendano possesso delle pagine, catapultando il lettore in un mondo senza tempo.
Dalla descrizione dello scrittore, semplice ma accurata con l’intento d’indagare i profondi mutamenti scientifici, sociali, culturali, politi nel corso di questo ‘900, ci rende partecipi del fatto che vi era una forte passione per il volo e in luoghi come Parco Sempione e l’Arena Civica, la gente si affollava per vedere il decollo dei palloni aerostatici. In tutto questo e molto altro che si intuisce con la lettura, Nobile non vede solo un insieme di paesaggi ma anche un cambiamento stravolto da un nuovo sistema di vita.
Nell’opera non ci sono dialoghi, si apre e si chiude con il silenzio che tutto avvolge, regalando al lettore un piacevole viaggio onirico dove storia e leggenda si fondono.
Buona lettura.