La comicità probabilmente sarebbe dovuta essere l’elemento principale di “Dragon Maid”, pubblicato dalla J-Pop.
Purtroppo la storia è limitata all’essenziale con trovate che riciclano tanti clichè già visti in svariati manga sulla falsariga, basandosi sul rapporto di individui che si trovano in una realtà non loro e quindi si scontrano con la quotidianità vivendo situazioni grottesche.
Tohru è un drago che viene salvata dall’umana Kubayashi, un’impiegata di un’azienda informatica. Per ringraziarla e sdebitarsi dell’aiuto, si trasforma in una maid, stabilendosi in casa sua e “aiutandola” nella vita di tutti i giorni, tra disguidi vari.
La situazione diventa ancora più caotica con l’arrivo di Kanna, un altro drago, amica di Tohru che preoccupata del suo non ritorno decide di andare a cercarla, finendo per stabilirsi anche lei a casa di Kubayashi….
In tutto questo, per dare più vivacità e creare ancora più caos, Tohru è innamorata della sua salvatrice, il collega è feticista degli abiti da cameriera e da gothic lolita… tutto questo non può che portare a parecchie scene di fanservice.
Un’opera leggera che però non si riesce a capire dove deve portare, una sceneggiatura fin troppo frivola, in cui la caratterizzazione dei protagonisti è frammentaria e superficiale che rispecchia il tratto del disegno.
Si Ringrazia: