Il viaggio nel panorama fumettistico italiano ci ha portato a conoscere uno scatenato gruppo di fumettisti che si sono riuniti sotto il collettivo di “Banda Bendata”. Sei interpreti pieni di entusiasmo e di idee, di voglia di fare che con il loro spirito intraprendente hanno contagiato la Redazione di Mondo Japan.
Andiamo a conoscerli e scoprire il loro mondo di carta e matite, tanto da amare questa realtà che come affermano loro stessi: “Anche a costo di rimetterci un occhio”!
La passione del fumetto è il fulcro che vi ha portato a dar vita alla Casa Editrice Indipendente BandaBendata. Come nasce e quali sono le vostre idee editoriali?
Ogni membro della Banda ha un rapporto intimo con il fumetto sin dalla tenera età: è una parte sviluppata del nostro modo di comunicare e del nostro carattere (siamo figli delle edicole e dei gadget, e questo traspare molto, quando prendiamo le decisioni). Affrontare le sfide che un collettivo mette davanti ha segnato un nuovo passo in questa lunga relazione. Fare fumetto è un’attività compulsiva, spontanea, che non ammette diserzioni: si fa perché non si può vivere senza. Più nello specifico, il “direttivo” (ovvero noi sei: Alma, Danilo, Daniele, Filo, Shannice e Teo) nasce dopo un Master di Graphic Noveling, frequentato a Firenze. Arrivati alla fine del corso, da soli ci sentivamo dispersi e insoddisfatti, ma un impegno collettivo ci ha spinti a tentare progetti più ambiziosi. Inoltre, tra di noi si era creata una bella chimica e dato che siamo sparsi ai quattro angoli del paese, ci dispiaceva salutarci in modo definitivo. La critica e la discussione di gruppo fanno molto bene alle idee e le nostre etiche di lavoro si sono sposate in modo armonico. Il collettivo è diventato quindi un modo per sostenerci e crescere. La linea editoriale di BandaBendata mira ad un prodotto il più curato e coerente possibile, attraverso un lavoro di gruppo che funge anche da “palestra” per i singoli. Dal punto di vista dei contenuti, abbiamo stili di disegno e di racconto diversi. Tuttavia, con il giusto confronto, non solo non si pestano i piedi a vicenda, ma danzano in armonia. Questo porta a moltissimi scambi, riunioni e levatacce, ma questo è ciò che amiamo fare e dall’amore non si scappa.
La creazione di un fumetto è sempre un momento speciale. Che emozione è stata vederlo pubblicato con la propria etichetta editoriale?
Il fumetto può vivere in molte forme e il percorso dal disegno al volume stampato sembra quasi un incantesimo che si manifesta per dare una prospettiva finalmente concreta del lavoro svolto. Anche se ci sono errori o possibili migliorie, non importa: le storie diventano vive in modi sorprendenti (nel bene e nel male) e conquistano un spazio nella mente di chi legge. Inoltre non si è mai sicuri della resa visiva prima della stampa su carta, salvo poi chiedersi come questi personaggi potessero mai esistere in altra forma. Autopubblicarsi vuol dire anche prendersi dei rischi e risolversi da soli i problemi, soprattutto se come noi si mette tanto lavoro nella progettualità e nella sperimentazione di possibili soluzioni alternative. Per questo motivo cerchiamo di raggiungere di volta in volta un livello successivo, interfacciandoci con le tipografie e informandoci sulle qualità e i tipi di carta, un processo che scandisce quasi uno storytelling a sé stante.
Sovente il lettore usufruisce del prodotto finale senza conoscere tutti i retroscena che vi sono dietro le quinte. Quali sono le difficoltà che deve affrontare una Casa Editrice Indipendente?
Noi non siamo esattamente una casa editrice, non ancora, e abbiamo difficoltà diverse rispetto a quelle di un editore. Per dirne una, lavorando in un gruppo ristretto, tutti devono fare un po’ di tutto. Oltre a realizzare le storie vere e proprie bisogna curare la grafica, l’impaginazione, la promozione sui social, l’organizzazione per bandi e fiere, eccetera. Molto spesso bisogna conciliare questi aspetti con altri impegni, lavorativi e di “vita vera”, che si divertono a metterci i bastoni tra le ruote. Alla fine siamo tutti continuamente in prima linea, e questo porta a formare capacità declinabili non soltanto nel campo prettamente fumettistico ma anche in tutto ciò che lo circonda. Questo modo di lavorare offre un punto di vista leggermente diverso rispetto al “mercato” e al pubblico. Possiamo anche ignorare la necessità di rivolgerci ad un target e fare i fumetti che ci piacerebbe leggere. Stiamo trovando lettori che apprezzano i nostri lavori proprio grazie a questo approccio, forse riconoscendo un modo personale e più autentico di fare le cose, chissà.
Purtroppo la situazione sanitaria mondiale, dovuta al Covid, ha danneggiato tutti i settori. Come avete affrontato la situazione, tenendo presente che molte fiere, eventi sono stati annullati?
La Banda è nata nel febbraio del 2020, quindi proprio all’inizio dell’emergenza. Questo ha voluto dire rinunciare alle fiere fino allo scorso Lucca Comics, nell’Ottobre 2021. Abbiamo quindi preso atto delle difficoltà e abbiamo puntato a farci conoscere tramite il nostro primo antologico, “Sunday Summer Stories”, che era pre-ordinabile sul sito. Siamo stati piacevolmente sorpresi dal fatto che in molti abbiano deciso di preordinare, dandoci fiducia nonostante fossimo partiti da zero. Abbiamo riempito l’attesa producendo anche strisce e illustrazioni per il web, un modo per ringraziare e dialogare a distanza con lettori e collettivi che avremmo voluto conoscere agli stand. Il passaparola ha giocato un ruolo importante, permettendoci di andare avanti quasi esclusivamente grazie all’interesse positivo che Sunday Summer ha creato, e che è stato finora riconfermato con Wednesday Winter Worries, la nostra ultima fatica. Ma non tutto il male è venuto per nuocere: per un collettivo neonato è stato in qualche modo un sollievo non doversi preoccupare dal primo giorno di iscrizioni, pagamenti, trasporti, stand e distribuzioni, per investire di più su altro. Insomma, abbiamo usato quello che ci ha portato la tempesta senza paura di bagnarci troppo.
Da quando siete nel mondo dell’editoria fumettistica, c’è qualcosa che vi ha sorpreso o che ricordate con molto piacere?
Partecipare da espositori alla Self Area di Lucca Comics & Games 2021 è stato uno dei momenti più belli degli ultimi anni. Non solo la redazione si è ritrovata dopo tanto tempo, ma abbiamo incontrato dal vivo autori, giornalisti di settore e lettori con cui avevamo interagito solamente online. Pensavamo che ci avrebbero sostenuto solo gli amici o gli amici degli amici, e invece sono arrivate persone che senza conoscerci e senza averci mai visto in faccia hanno deciso di supportarci. E ancora lo fanno. E in faccia ci hanno visto, oibò. Purtroppo siamo potuti restare soltanto una giornata, e abbiamo quindi deciso di sfruttarla al massimo, tornando a casa solo a un paio d’ore dall’alba. Cenare, chiacchierare e bere insieme ci ha convinti che quello è l’ambiente in cui ci piace stare, e per cui vale la pena continuare a fare sacrifici. Senza contare che il nostro ristorante ha letteralmente preso fuoco 5 minuti dopo aver pagato il conto ed è stato soccorso da un finto pompiere che si diceva la reincarnazione di un faraone egizio. Queste emozioni non possono essere inventate (né raccontate, tanto non ci crederebbe nessuno).
Progetti per il futuro?
Dopo due libri così impegnativi e complessi (immensamente soddisfacenti, cionondimeno) vogliamo sfruttare l’esperienza da redazione anche su dei progetti “singoli” più personali, anche per arricchire in modo agile il nostro catalogo in vista delle fiere. In più vorremmo sviluppare dei webcomic per accorciare ancora di più lo spazio che ci separa dai lettori, permettendo anche a chi non ha le possibilità di comprare il volume fisico di conoscere noi e il modo in cui lavoriamo.
È il vostro momento. Cosa vi sentite di dire ai lettori di Mondo Japan?
Comprate i fumetti autoprodotti, aiutano a tenere vivo il mercato. Prestate attenzione a chi cura e progetta, perché l’artigianato permette agli autori di nascere con sè molto più di semplici prodotti, ma relazioni umane durevoli (insomma, date la mancia alla cameriera). Ringraziamo chi vorrà fermarsi un attimo al nostro stand, fisico o virtuale che sia (ci trovate a @bandabendata) e chi vorrà accoglierci nei suoi occhi. Comunque vada, buon fumetto a tutti. Still not dead.