La lettura in cui mistero, intrighi e soprannaturale eccelle sotto varie forme, una di queste è il fumetto Dylan Dog, diventato nei decenni sinonimo di cultura e arte dell’ignoto.
Con il nuovo albo “Dylan Dog OldBoy”, il lettore viene nuovamente invitato ad entrare in un universo in cui realtà e paranormale si fondono.
Nella prima storia “Anime Mutanti” con soggetto e disegni di Carlo Ambrosini, attraverso un tratto che ricorda gli schizzi preparatori degli artisti, si inizia con il ritrovamento di due cadaveri, Thomas e George, due fratelli non proprio stinchi di santo.
In tanto Dylan ha che fare con un’artista, Greta alla ricerca del suo fratello David, in cui vi è un susseguirsi di incubi fin troppo reali. In tanto l’indagine porta l’indagatore dell’incubo presso un ristorante “James Cook” gestito da madre e figlio, parenti dei due ragazzi trovati morti all’inizio del racconto che sono i sequestratori di David e segregato in uno scantinato pieno di scarafaggi ….
In un turbinio di avvenimenti scioccanti molto disturbanti per il lettore che rimanda, per certi versi all’opera di Franz Kafka “La Metamorfosi”, una lettura troppo intrigata e labirintica, con una sceneggiatura piena di eventi che non portano niente all’evolversi degli avvenimenti se non confusione e perdita del filo principale.
“Il Dilemma dell’Aragosta” con soggetto e sceneggiatura di Alessandro Russo e disegni di Andrea Fattori.
Dylan Dog si trova al pronto soccorso dove conosce Martin Baker, anche lui in attesa, un assicuratore, il quale ritiene che ognuno ha i propri mostri e incubi d’affrontare nella vita, tanto da essere lui stesso preso di mira da un suo ex compagno delle scuole, in tanto gli propone una polizza assicurativa inerente alle strane vicende che vive.
Ma chi è in realtà questo assicuratore che pagina dopo pagina, sembra diventare un giustiziere nei confronti di tutti coloro che subiscono soprusi e bullismo da individui prepotenti e arroganti.
Due storie molto particolari che come sempre ricordano gli episodi della serie “Ai Confini della Realtà”, in cui tutto è molto avvolto da un’ atmosfera irreale e onirica che sfocia sempre in omicidi, in cui ci si domanda la domanda “perché?”.
Un albo in cui la sceneggiatura propone molti personaggi, tra i quali anche, coloro che fanno da contorno, assumono una psicologia così particolare che sembrano giunti da contesti irreali e paradossali, forse il più sano di tutti è l’assistente di Dylan, con le sue massime assurde e prive di senso.