Spesso mi chiedo cosa sarebbe capitato se avessi preso un’altra decisione, avessi detto una cosa diversa o mi fossi ricordata di dire quella cosa che credevo poco importante, oppure se avessi potuto parlare ancora una volta con una persona a me cara… ecco, questa possibilità è offerta a tutti i clienti di una piccola caffetteria della città di Tokyo e le loro storie sono raccontate nel romanzo Finchè il caffè è caldo di Toshikazu Kawaguchi edito da Garzanti. L’autore specifica che questa caffetteria immaginaria, chiamata Funiculi Funicula, sarebbe stata aperta nel 1874 vicino alla stazione di Jinbōchō ed il nome rappresenta un suo ricordo d’infanzia; in Giappone, infatti, questa canzone ha mantenuto la melodia della canzone originale italiana ma il testo è stato modificato per realizzare una canzoncina diventata famosa tra i più piccoli. La canzone, dal titolo Oni no Pantsu , parla delle mutande tigrate indossate dagli Oni, gli orchi della mitologia giapponese (le stesse che indossava Lamù).
Quando la protagonista del primo capitolo vede l’insegna della caffetteria con il nome che le rievoca ricordi della sua infanzia, decide di entrare e scopre che questo luogo, realizzato in uno scantinato , senza finestre in semioscurità , illuminato da poche lampade con il paralume appese al soffitto e con soli tre tavolini per sedersi, è in realtà un luogo magico reso ancora più misterioso dalle leggende che girano su di esso .
Il romanzo racconta la storia di quattro persone che per motivi diversi hanno qualcosa di incompiuto nella loro vita e per trovare la serenità ormai perduta decidono di viaggiare nel tempo. Per poter intraprendere questo viaggio basta sedersi all’unico tavolino che ha una sola sedia rispettando numerose regole che vengono spiegate di volta in volta dalla cameriera, tra queste la possibilità di incontrare esclusivamente una persona che è stata a sua volta nella caffetteria . Ogni protagonista è consapevole di non poter cambiare il presente e che qualunque cosa si farà o si dirà non servirà per cambiare il proprio destino, però gli è permesso di capire che per vivere al meglio la quotidianità nel presente è necessario accettare gli eventi del passato avendo la possibilità di cambiare punto di vista in merito a ciò che è avvenuto.
Se vi capiterà di entrare in questa caffetteria e desidererete dare una risposta a qualcosa che vi inquieta, una volta seduti al tavolino ricordate la regola fondamentale: dovrete bere tutto il caffè che la cameriera vi ha messo nella tazza prima che si raffreddi , altrimenti non potrete tornare nel presente e sarebbe un vero peccato perché la vita è un bellissimo e interminabile viaggio da fare pensando a questo ritornello: prendo tutta la vita com’è non la faccio finita, ma incrocio le dita e mi bevo un caffè.
By Valeria Turino