Saggio interessante e fondamentale per avere una visione ampia e profonda del mito delle Sirene. “Guida alla scoperta delle sirene” di Serenella Quarello e Fabiana Bocchi, pubblicato da Nicola Pesce Editore, è un libro in cui storia e leggenda si incrociano, dando vita ad una lettura dalla forte potenza espressiva, in quanto le autrici non si limitano ad una semplice elencazioni delle vari tipi di sirene presenti nelle leggende sparse per il Mondo ma ne analizza la loro nascita e credenza.
L’opera parte dalle sirene più famose e conosciute nella letteratura, ovvero quelle nate dalla mano di Omero nell’Odissea per giungere ai giorni nostri, ebbene si, avvistamenti sono avvenuti anche in quest’epoca ultra tecnologica.
Queste creature, legate all’elemento dell’acqua , nei secoli e in base al folklore locale hanno assunto diverse forme e la famosa coda di pesce non è stata una prerogativa degli inizi, in quanto, nella cultura classica erano rappresentate sempre con volti femminili ma con la parte inferiore con arti di rapaci.
L’elemento principale è la sua natura di incantatrice, ammaliando lo sfortunato marinaio lo attirava a se con la sua voce per poi allacciarsi in un abbraccio mortale. Creature molto particolari che sono presenti ovunque vi sia un corso d’acqua, un lago, uno stagno ed in base alle tradizioni possono essere portatrici di fortuna o sventura, anche se alla base delle loro storie vi è sempre una storia drammatica,
Dal Mediterraneo all’Europa del Nord, dal Medio Oriente all’America Caraibica, ogni civiltà ha le proprie sirene, il cui nome varia, si fondono e si confondono ma che, soprattutto nel Medioevo, sono citati nei bestiari, una delle prime forme di catalogazione degli esseri viventi sul pianeta, in cui vengono considerate il diavolo, incarnano la tentazione, il vizio la corruzione, tanto che sono rappresentate sovente mentre si guardano nello specchio spazzolandosi i lunghi capelli, elementi che simboleggiano la lussuria e la vanità femminile.
Le loro storie d’amore tormentate con gli esseri umani, con un tragico finale, sono diventate nei secoli delle opere artistiche, dal teatro ai dipinti, dai romanzi al cinema, in cui vi sono dei risvolti di vendetta nei confronti di chi si è presa gioco di loro.
Anche nel lontano Giappone vi è una creatura marina denominata Ningyo, menzionata nei testi del periodo Edo, descritta come una donna dalla coda di pesce ma con un volto scimmiesco, in possesso di una voce vibrante che al posto di attirare i marinai li rifugge. Caratteristica è che molti hanno cercato di catturarla per mangiarla, in quanto la sua carne donerebbe l’immortalità.
Tale lettura porta il lettore in un viaggio fantastico, in cui molti elementi si intrecciano, arrivando ad un punto in cui ci si domanda se tutto questo è basato solo sulla fantasia dell’essere umano. Queste creature quasi magiche sono state fonte d’ispirazione per artisti ma anche elementi per truffe per ignari creduloni come la famosa sirena delle Fiji.
Che esistano o no, pensare che in mezzo alle onde ci possa essere una bella fanciulla con il suo canto armonioso che richiama a se , ha un fascino che travalica il tempo e la realtà.