L’uomo che cammina (歩く人) è un manga scritto e disegnato da Jirō Taniguchi nel 1990 e pubblicato in Italia nel 1999 ,in un volume unico.
La storia è pressoché priva di dialoghi e di narrazione ma le immagini ,ricche di dettagli, sono sufficienti per far comprendere al lettore la trama della storia. Il protagonista è un uomo che passa le giornate passeggiando per le strade di una non specificata cittadina del Giappone.
Il primo capitolo inizia proprio con l’immagine dell’uomo, un uomo che trasmette serenità e pace, che passeggia e scopre , capitolo dopo capitolo, nuovi particolari della città in cui vive e ogni volta si stupisce per ciò che vede : gli uccelli sugli alberi spogli, la città di notte, la gioia dei bambini che giocano …, e per ciò che prova: l’emozione di camminare sotto la pioggia, o di fare un bagno rilassante fino a trovare il tempo per portare la moglie a vedere il mare. Quante volte vorremmo poter vivere con meno superficialità e con più attenzione una situazione o un’esperienza, ma la quotidianità non ce lo permette!
Ecco, proprio questa lentezza, la magia della vita, delle semplici cose, ancora più sorprendenti perché inaspettate, la capacità di rallentare, la necessità di avere del tempo per fare cose che appagano l’animo oltre che la curiosità di conoscere, vengono trasmesse al lettore per tutto il fumetto e portano a riflettere su come si contrappone la vita di quest’uomo rispetto alla vita frenetica dei giorni nostri e in particolar modo di un cittadino giapponese, il cosiddetto salaryman ( サ ラ リ ー マ ン), che arriva a lavorare anche sedici ore al giorno.
Gli impiegati non hanno un attimo di pausa nella loro giornata lavorativa e arrivano ad addormentarsi abbandonati a terra perché sfiniti dal troppo lavoro e spesso dall’alcol, con cui cercano di dimenticare la stanchezza e la fatica della vita quotidiana. Hanno un’ aria spenta, poche persone parlano tra loro in strada, le altre guardano lo schermo del cellulare, molte camminano con il capo chino e lo sguardo fisso nel vuoto. Per questo motivo a volte, in giro per le città, ci si trova in un clima surreale in quanto molto silenzioso, nonostante le strade siano molto trafficate. Dedicare mente e corpo al lavoro preclude lo svolgimento di attività sociali e ricreative o addirittura incide sulla riduzione delle ore di sonno e i danni sono incalcolabili.
By Valeria Turino