La cucina italiana è ammirata e apprezzata in tutto il mondo per la sua ricchezza di sapori, la freschezza degli ingredienti e il legame con le tradizioni locali, tanto da aver avuto un impatto significativo sulla scena gastronomica mondiale: ristoranti italiani si trovano in ogni angolo del pianeta e l’UNESCO ha riconosciuto il valore culturale e gastronomico della cucina italiana, dichiarando la “Dieta Mediterranea” come patrimonio dell’umanità.
Anche in Giappone viene apprezzata la nostra cucina che viene chiamata itameshi (イタメシ). Questa parola,formata dall’unione di Ita (Italia) e meshi (pietanza), significa pietanza italiana, ed indica la cucina che unisce le caratteristiche dei piatti italiani con quelli giapponesi.
Il primo ristorante italiano in Giappone fu aperto a Niigata dal torinese Pietro Migliore , artista circense che, a causa di un infortunio, dovette lasciare la carriera artistica e, trovandosi senza occupazione, decise di dedicarsi alla ristorazione inaugurando, nel 1881, il suo locale che chiamò Italia-ken (casa Italia). Per anni la città di Niigata è stata l’ambasciatrice della cultura gastronomica del nostro paese.
Da allora in Giappone aprirono numerosi ristoranti italiani, specialmente nelle grandi città come Tokyo, Osaka e Kyoto, nei quali cuochi nipponici, oggi più di ieri, creano piatti prendendo spunto dalla cucina italiana e utilizzando le tecniche della cucina giapponese tradizionale. Alcuni piatti sono stati completamente stravolti come ad esempio gli spaghetti Naporitan, che di Napoletano hanno ben poco! Per prepararli servono pochi ingredienti: spaghetti , cipolla, peperoni verdi, funghi, salsiccia e ketchup, che viene aggiunto alla fine; la pasta viene cotta fino a diventare morbidissima, per ricordare la consistenza dei noodles e l’uso del ketchup è dovuto al fatto che costa meno e ha una scadenza molto più lunga rispetto alla salsa di pomodoro. Questo è uno dei piatti Itameshi più famoso, tanto da avergli dedicato un personaggio anime: una fata napoletana nata per riempire lo stomaco e il cuore di ognuno .
La pizza, altro piatto iconico italiano oltre agli spaghetti, è diffusa ampiamente in Giappone ed è uno dei piatti più apprezzati. Le pizzerie a volte utilizzano per l’impasto una base fatta con mochi, così da ottenere un effetto più gommoso e croccante. Oltre alla salsa di pomodoro vengono aggiunti ingredienti come funghi shiitake, formaggio, karasumi (uova di pesce essiccate) e frutti di mare e viene condita con tabasco.
Inoltre ci sono ristoranti che propongono esclusivamente piatti regionali, come ad esempio I-lunga che offre nel suo menù gli agnolotti del plin alla piemontese , al ristorante La primula si possono gustare i cialsons alla friulana e L’asse propone cucina lombarda.
Una delle catene di ristorazione più famose specializzate nella cucina fusion italiana è Saizeriya , i suoi locali sono caratterizzati dai colori della bandiera italiana e sulle pareti sono esposte immagini di paesaggi italiani. Nel menù sono presenti molte varietà di pasta, diversi tipi di pizza , l’olio d’oliva utilizzato per condire il cibo è importato dall’Italia così come il vino. Il legame di questa catena di ristoranti con l’Italia è così forte che nel 2016, a seguito del terremoto in Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, Saizeriya ha manifestato solidarietà donando 100 yen per ogni piatto di pasta all’amatriciana venduto e consegnando al sindaco di Amatrice la cifra di 100 milioni di yen , ossia 900 mila euro.
Immergersi nell’esperienza culinaria dei ristoranti giapponesi è molto più di un semplice pasto , può essere un viaggio nelle varie culture e nelle tradizioni ma è importante non dimenticarsi mai di manifestare , con un antico rituale, rispetto verso il cibo e gratitudine e apprezzamento verso il lavoro e la dedizione di chi lo ha cucinato dicendo Itadakimasu!