Halloween, All Hallows’ Eve (vigilia di Ognissanti o notte di Tutti i Santi), cade il 31 ottobre, il giorno prima della festa cristiana di Ognissanti. Con Halloween inizia Allhallowtide, il periodo dedicato alla memoria dei morti, dei santi, dei martiri .Questa ricorrenza ha origine in Irlanda e proviene dalla festa celtica di Semhain , che deriva dal gaelico samhuinn e significa “summer’s end”, fine dell’estate. Si trattava della festa più importante dell’anno perché rappresentava un momento di passaggio tra la stagione estiva, in cui le coltivazioni erano abbondanti e pronte per essere raccolte, e quella invernale, stagione del riposo e caratterizzata da una maggiore presenza di ore al buio, inoltre si preparavano all’arrivo del nuovo anno che cominciava l’1 novembre. I Celti credevano che alla vigilia di ogni nuovo anno, cioè il 31 ottobre, Samhain chiamasse a sé tutti gli spiriti dei morti per unirsi al mondo dei viventi, facendo sì che gli spiriti vagassero indisturbati sulla Terra.
I festeggiamenti avvenivano nei boschi e i Celti si travestivano con le pelli degli animali uccisi per spaventare gli spiriti. Il rientro a casa era illuminato da lanterne create con cipolle intagliate e alimentate dal Fuoco sacro. Verso la metà del XIX secolo, molti Irlandesi migrarono negli Stati Uniti alla ricerca di fortuna e portarono, al di là dell’Oceano, le loro tradizioni e i loro costumi, compreso Halloween. In poco tempo questa usanza divenne famosa in tutto il continente americano diventando quasi una festa nazionale. Recentemente anche in Italia si festeggia Halloween: i bambini si travestono da mostri e vanno di casa in casa dicendo “dolcetto o scherzetto?”( trik or treat?) e ricevendo in cambio dolcetti o caramelle.
In Giappone la prima parata a tema Halloween fu organizzata nel 1997 a Tokyo Disneyland , e fu seguita da feste ed eventi organizzati presso l’Universal Studios di Osaka e La Cittadella di Kawasaki . Da allora, anno dopo anno, Halloween è diventata sempre più popolare, in particolare tra le generazioni più giovani, ma non tra i i bambini. Infatti non si è mai diffusa l’usanza del “dolcetto o scherzetto” e sarà difficile che si diffonderà, questo perché i genitori non permetteranno mai al figlio di andare a disturbare i vicini di casa, vista la discrezione e il rispetto reciproco che raggiunge livelli esagerati nella cultura nipponica. Tuttavia molte scuole organizzano piccole feste per dare occasioni anche ai bambini di indossare vestiti da streghetta e da diavoletto, affinchè comprendano di più una cultura e tradizioni occidentali molto lontane da loro.
Uno dei motivi per cui questa festa ha avuto così tanto successo la passione che i giapponesi hanno per i travestimenti e per i cosplay. Con l’avvicinarsi del 31 ottobre si incontrano, per le strade di Shibuya a Tokyo o di Amerikamura a Osaka, gruppi di streghe, di vampiri, di zombie che passeggiano in tutta tranquillità.
In questo periodo le catene alimentari propongono prodotti a tema che non si trovano negli altri periodi dell’anno, con gusti e forme particolari: come ad esempio il kit-kat al gusto di zucca, dolci a forma di zucca o di mostri oppure patatine fritte ricoperte con salsa di cioccolato e zucca.
Halloween rimane una festività pagana che non ha nulla di sacro o di religioso. Il vero periodo sacro in Giappone, dedicato alla celebrazione dei defunti, non coincide con Halloween ma si tiene in estate, più precisamente fra il 13 e il 15 di luglio e fra il 13 e il 15 di agosto, i cosiddetti giorni dell’O-Bon. In questo periodo si usa portare cibo, acqua e altri doni davanti alle foto e alle tombe dei defunti, e sopratutto accendere fuochi in loro onore. Nel primo giorno dell’O-Bon si puliscono le tombe e le si decorano con dolci, frutta e acqua. Nel secondo giorno, si allestisce un tipico altare che verrà onorato da tutti i parenti e amici che potranno pregare lo spirito del defunto. Durante il terzo giorno si esegue la Bon-Odori: una tradizionale e antica danza collettiva che di solito viene eseguita in gruppi anche di centinaia di persone. Durante la chiusura dei festeggiamenti si vive il momento più emozionante, ossia il momento in cui si liberano centinaia e centinaia di Omiyage: lanterne rosse che vanno accese e lasciate scivolare in acqua, trasportate dalla corrente.
È una cerimonia simbolica, che rappresenta il passaggio delle anime dei defunti da una sponda all’altra, in modo che possano raggiungere l’Aldilà dove poter riposare in pace.