Tra gli stand di Lucca Comics&Games 2019 sono incappata in un libro fuori standard, sia per misure che per aspetto: si tratta di Il castello delle stelle, un romanzo a fumetti interamente disegnato all’acquerello dall’artista francese Alex Alice.
Sono arrivata a questo titolo un po’ in ritardo, dato che è stato pubblicato in Italia da Mondadori a fine 2017 ed era finalista del premio Gran Guinigi 2018… Ma ora che è uscito il seguito è un ottimo momento per rimediare!
Si tratta di una ucronìa, o storia alternativa, che inizia con un breve prologo nel 1868 e prosegue nel 1869, esattamente un secolo prima della prima passeggiata dell’uomo sulla Luna.
Prendendo le mosse dal nord della Francia ci fa seguire le vicende di Séraphin Dulac, un brillante ragazzino che ha ereditato la passione per l’astronomia dalla madre Claire (una studiosa dispersa mentre cercava conferme alle proprie teorie sull’etere a bordo di un pallone aerostatico).
Una convocazione “che non si può rifiutare” spinge suo padre Archibald, un ingegnere coi piedi ben piantati per terra, a partire verso Füssen, in Baviera per raggiungere la “Pietra del Cigno”.
È questo il momento migliore per recuperare qualche nozione culturale teutonica e accorgersi che a Füssen c’è il castello di Neuschwanstein, che significa “Nuova Pietra del Cigno”.
Secondo la nostra storia questo regno è in procinto di essere fagocitato dalla Prussia, le cui mire espansionistiche puntano senza tanti misteri verso l’Impero, ma qui è ancora guidata da Re Ludovico II di Wittelsbach – il cugino dell’Imperatrice Elisabetta di Baviera, detta Sissi.
Seraphin non sta già più nella pelle all’idea di partire, ma suo padre non ritiene opportuno che vadano entrambi e prepara per il figlio un tranquillo soggiorno dalla zia e una montagna di esercizi di trigonometria.
Solo quando in stazione dei brutti ceffi armati cercano di costringerlo a partire per Berlino anziché per Monaco i due fuggono rocambolescamente e partono verso sud.
È così che, tra una reminiscenza di Jules Verne e un’impressione di Hayao Miyazaki, ci ritroviamo a cadere nella tana del Bianconiglio: le tavole acquerellate diventano sempre più dinamiche mentre l’intrigo politico si colora di una fantascienza dai toni steampunk.
Vi lasciamo con una frase che l’autore fa pronunciare a Re Ludwig, sovrano di Baviera: “La verità che ci insegnano i miti non è che i draghi esistono, ma che possono essere sconfitti. Mostratemi un uomo che ha vinto le sue paure, e ve ne mostrerò uno che ha ucciso un drago.”