La figura della donna giapponese ci è sempre stata presentata e idealizzata come remissiva, servizievole, dedita ad accudire la casa e la famiglia.
In parte è vero, dovuto ad una struttura sociale patriarcale, anche se in epoche antichissime la società giapponese era matriarcale e le donne ne occupavano la centralità ed erano a capo come la Regina Himiko nel I-II secolo d.C., tanto che una delle divinità più importanti è la dea del sole Amaterasu, dalla quale risalirebbe la Famiglia Imperiale. In seguito, prima nell’era Nara e Heian (dal VII al XII secolo) con l’introduzione del Buddismo e soprattutto poi con la dottrina confuciana nel periodo Edo, cominciarono ad avere un ruolo secondario.
Nei secoli, comunque, vi sono state donne che hanno saputo scrollarsi di dosso questo stato di cose e affermarsi nella società, combattendo contro molti pregiudizi e ottenendo nel 1947, con la nuova costituzione, l’uguaglianza dei sessi.
Il libro “Il Giappone delle donne dal II secolo a oggi” di Ornella Civardi, pubblicato dalla Casa Editrice Nuinui è la retrospettiva di 60 personaggi femminili che hanno dato lustro a questo sesso e un forte impulso al cambiamento sociale, portandole all’emancipazione.
L’opera è suddivisa in due grossi capitoli, coloro che hanno vissuto tra il II e XIX secolo e quelle dal XIX ai giorni d’oggi:
Nella prima sezione emerge immediatamente agli occhi del lettore, come la donna, di un certo rango sociale, si trovava, dovuto soprattutto ad un periodo di instabilità interna a vivere sovente come moglie o concubina di potenti signori, se non addirittura dello Shogun. Dedicandosi ad attività filantropiche: poesia, prosa, letteratura, calligrafia. Figure molto legate alla vita di corte, le loro storie, in certi casi virano verso leggende, mitizzandole, colpendo l’immaginazione popolare consacrandole alla letteratura, all’arte e alle rappresentazioni teatrali. Il primo nome femminile che s’incontra nella storia è Jingu la Regina sciamana, colei che alla morte del marito ha guidato l’esercito alla conquista della Corea.
Nomi di donne passate alla storia sono molti: Murasaki Shikibu colei che scrisse Genji Monogatari diventando un classico della letteratura Giapponese, altre per essere state delle formidabili guerriere come Tomoe Gozen, Akai Teruko, Ikeda Sen e strateghe come Yodogimi altre per la loro morte coraggiosa e onorevole Kozaisho. Oltre a Izumo no Okuni fondatrice del teatro Kabuki la poetessa haiku Kaga no Chiyo Comunque quasi tutte a contatto, in qualche maniera al mondo dell’aristocrazia e dei guerrieri di alto rango, molte delle quali conducevano una vita segregata nelle mura del palazzo del Signore.
Nella seconda sezione, con un Giappone entrato nell’era moderna, avvengono dei cambiamenti, dati anche da un evoluzione culturale e sociale, si lascia alle spalle il periodo Togukawa con la chiusura all’esterno del Giappone e l’era Meiji, inizia così una lenta e lunga emancipazione che ancora oggi è in fase di percorso.
Siamo dinanzi a figure molto diverse, donne forti, caparbie, coraggiose che hanno cercato di imporsi in una società maschilista ma sotto altri aspetti. Le vediamo quindi attive nella politica Fusae Ichikawa e Raicho Hiratsuka, nell’imprenditoria, nell’arte Yayoi Kusama, nella cultura dell’intrattenimento Riyoko Ikeda con il manga di Lady Oscar, influencer come Naomi Watanabe, nello sport Manami Toyota…. carriere che hanno portato la donna al centro della vita del Paese, in maniera tale da cambiare concretamente la loro condizione, mettendo in luce determinate tematiche all’attenzione pubblica (istruzione, lavoro, diritti politici, oppressione del sistema famigliare come i matrimoni combinati…).
Un libro coinvolgente che mette in risalto uno spaccato della società Nipponica nei diversi secoli. Elemento molto interessante sono i disegni delle protagoniste, tratte da pittori di autori del secolo scorso, rappresentate in maniera sublime, con linee dolci e sottili, quasi fossero delle divinità, lineamenti quasi eteri, sinuosi, aggraziate che danno la percezione di un movimento elegante e armonioso, quasi in contrapposizione con il carattere deciso e forte.
Una lettura in cui storia e cultura, leggenda e arte si mixano, facendo vedere l’altra metà del Giappone.