Per chi ha letto il manga non è stata una sorpresa l’anime “La Via del Grembiule-Lo yakuza casalingo”, opera divertente del mangaka Kosuke Oono adattata per lo schermo dallo Studio J.C. Staff che esce fuori da ogni schema narrativo, con un ex yakuza, Tatsu, soprannominato il “Drago immortale”, tra i più temibili, tanto da aver eliminato in una notte sola più bande rivali. Il quale decide di lasciare quel genere di vita, per dedicarsi alla casa e alla moglie.
Lo vedremo alle prese con imprese ardue come pulire la casa, buttarsi nella mischia dei centri commerciali quando vi sono le offerte, cimentarsi in cucina… tutto con grande spirito e forse anche troppo, portando nella vita normale il codice yakuza ma non riuscendo a togliersi quell’espressione truce da malavitoso, Quindi lo vediamo circolare per negozi di frutta e verdura o di pesce abbigliato con occhiali minacciosi e abiti scuri, indossando un grembiule delle faccende domestiche.
La prima stagione, composta da cinque episodi, sono strutturati a loro volta in svariati sketch, un po’ come fosse un programma alla “Zelig”, non vi è una vera e propria trama conduttrice tra una vicenda e l’altra a parte qualche riferimento o personaggi che vengono introdotti nella sceneggiatura: da Masa suo compagno di clan al Boss, Torajiro rivale di un clan differente alla maitresse .
Pur essendo un’anime pregevole, semplice ma ben congeniato ha un’animazione che ricorda i cartoons della Marvel anni 70 ( i vari Spider Man, Thor, Hulk, Capitan America, Fantastici 4, trasmessi sui canali privati, in cui era la telecamera che si muoveva sulle tavole dei protagonisti, dando l’idea che questi si muovessero) ecco siamo un po’ su questa modalità fermo immagini e scene fisse, logicamente meglio animata con accorgimenti più fluidi e interattivi. Purtroppo questa scelta penalizza enormemente il titolo, rendendo tutto più statico, con scene che si evolvono a scatti, facendo così perdere molto dell’aspetto comico.
Un’anime accattivante, in cui non si cerca il colpo ad effetto a tutti i costi ma che comunque mantiene lo spettatore inchiodato allo schermo per sapere come terminerà una determinata situazione. Non vi sono scene di combattimenti o imprese stoiche all’immite del drammatico o dell’eroismo, molto è basato sul parlato e l’azione è riservata all’utilizzo di un elettrodomestico o all’impiattamento di una pietanza all’arrivo dei suoceri.