Probabilmente, neppure il suo creatore, Maurice Leblanc, avrebbe pensato che il suo antieroe, dopo più di un secolo, fosse ancora così famoso in tutto il Mondo.
Lupin torna in televisione, attraverso una serie tv prodotta Gaumont e distribuita da Netflix, in una versione riadattata e liberamente tratta dai racconti di Leblanc: “Nell’Ombra di Lupin”.
Assane Diop, Interpretato da Omar Sy (Quasi Amici), ruba dal Louvre la collana di Maria Antonietta, appartenente alla Famiglia Pellegrini. Dietro a questo furto, vi è una vendetta nei confronti della stessa famiglia Pellegrini, in quanto 25 anni prima, 1995, il padre di Assane, Babakar Diop, era stato giudicato colpevole di aver sottratto la collana dalla cassaforte di Hubert Pellegrini, per cui lavorava come autista.
Tale ingiustizia, porta Babakar al suicidio in cella e a trasformare Omar nel mago del furto, in quanto era rimasto impressionato, nel leggere le imprese di Arsenio Lupin, dal libro che il padre gli aveva regalato….
Un’opera avvincente, ricca di riferimenti, disseminati ovunque, tra citazioni e aneddoti (la carta del sette di cuori posta sul tavolo), alla letteratura di Arsenio Lupin a cui il protagonista si ispira. Quindi lo vediamo nella capacità che ha reso unico il ladro Gentil uomo, l’abilità nel trasformismo e nel furto, senza essere scoperto.
Omar interpreta, questa versione moderna di Lupin in maniera egregia: astuto, sfrontato ma sempre con modi educati e quasi mai violenti, con quel suo tocco d’ironia e galanteria che lo rendono unico ed inimitabile. Non viene tralasciato niente è agile, ha quel tocco di genialità che lo rende piacevole alle persone ed è un rubacuori anche se viene molto ma molto ridimensionata questo aspetto.
Infatti, egli ha una famiglia, anche se non vive più con la moglie è rimasto in ottimi rapporti ed ha un figlio. Questo è l’aspetto che per il momento, nei primi cinque episodi, rallenta la narrazione, un elemento che ne limita molto il raggio d’azione che frena le capacità dell’attore. Una sceneggiatura quasi fuori luogo, in un contesto di vendetta, non facile d’attuazione perché è un uomo potente, con alle spalle truffe, corruzione e le cui sue influenze arrivano nel campo della politica e della giustizia.
Quello che mi aspettavo, era un “Lupin” che compiva più furti spettacolari e non che fosse tutto incentrato sulla vendetta personale. Una serie, comunque divorata subito, perché si è coinvolti in questa vicenda in prima persona, tanto da sentirsi per qualche attimo l’impareggiabile Arsenio Lupin.
Adesso aspettiamo la seconda parte.