L’apocalisse di Samuel prosegue e in questo travagliato viaggio tra presente e passato, tra realtà e incubo, tra luce e ombra, lo sguardo si rivolge su Angus che è stato il precettore del Rosso.
Samuel Stern “Il Cavallo Bianco” con disegni di Giampiero Wallnofer su sceneggiatura di Massimiliano Filadoro e Marco Savegnago, pubblicato da Bugs Comics, giunge a festeggiare il 50° albo dedicato al libraio di Edimburgo, in una storia che rivela il passato di Angus; un passato tutto costruito da lui stesso in quanto orfano e trovando nella lettura un luogo di rifugio ma anche d’incontri particolari che lo segneranno per sempre: come la donna del buio.
Un albo piuttosto contorto, dove non tutto quello che si legge nelle prime pagine trova un riscontro in quelle finali, un fumetto raccontato quasi fosse lontano dal mondo che conosciamo, che ne incontra tutte le angosce e le paure in un clima sconvolto ma che cerca di dare una parziale spiegazione di cosa sia l’ombra che attanaglia Samuel e altri individui: una specie di coscienza appena nata, in attesa di incarnarsi su altri piani, richiamata da sentimenti forti come rabbia, colpa, dipendenza. Comunque l’ombra non è il male perché è l’oscuro impulso, senza il quale non ci sarebbe movimento nell’Universo e questa crea per tendere alla luce non per combatterla.
Si ha l’impressione che gli autori stiano cercando di raccogliere tutti i fili, disseminati fin qui, dando una spiegazione che scema tra il filosofico e il teologo in un contesto che rischia di perdersi in concetti astratti, complessi e perdendo un filo narrativo logico e concreto.
La lettura così diventa difficile, complessa, labirintica e poco pratica, non avendo più sotto occhio il fulcro della storia che perde della sua linearità, per spingersi su piani da decodificare e lontani dalla struttura narrativa con cui era nata. Peccato, perché il disegno risulta coinvolgente, grazie ad un tratto asciutto ed espressivo e con la minuziosità di alcuni particolari quasi a voler far intraprendere questo viaggio agli stessi lettori, in un contesto di atmosfere oppressive. L’impronta onirica, utilizzata nelle pagine, sviluppa in maniera credibile le creature mostruose, le quali si ha l’impressione che quei demoni spaventosi e ingestibili nascono da noi stessi.
Una narrazione che si allarga sempre di più, includendo molti protagonisti che hanno accompagnato Samuel fino a questo punto ma soprattutto, si è giunti a dei veri colpi di scena, ognuno di questi protagonisti ha qualcosa che tiene nascosto, dei segreti, dei misteri, tutti collegati con l’ombra e le schiere dei demoni e le loro legioni. La lettura ormai è passata dall’horror al drammatico senza accorgercene, peccato però che tutto risulta poco tangibile, siamo catapultati in un vortice di scoperte, deduzioni, rivelazioni che rischia di implodere e lasciare niente sul campo della lettura.
E l’Apocalisse continua….