La figura del samurai è sempre stata avvolta, per noi Occidentali, da un certo alone di mistero , una categoria che ha sempre incuriosito, tanto da dedicargli opere letterarie e cinematografiche.
Nel manga “Samurai 8” di Masashi Kishimoto e disegni di Akira Okubo, questa figura viene storica, viene catapultata nello spazio, in un mix di generi, quello di “cappa e spada” e di fantascienza. Elementi del passato feudale Giapponese che interagiscono con cyborg, navi spaziali e viaggi intergalattici.
La storia è incentrata sul giovane Hachimaru che per via della sua salute cagionevole, vive attaccato a dei macchinari, il suo unico passatempo e giocare a un videogames virtuale di samurai, tanto che il suo desiderio è diventarlo.
Quando un misterioso individuo, fa irruzione nella sua casa, alla ricerca di alcune “chiavi”, il ragazzo per salvare il padre si sacrifica e in quell’istante Hachimaru acquisisce una trasformazione che gli permette di camminare e vivere staccato dai macchinari, brandendo una spada e diventando quello che sognava: un samurai.
In questo primo albo, la narrazione è confusionaria oltre che banale, dai toni freddi e poco coinvolgenti.
Le figure dei samurai che in realtà sono dei cyborg che posseggono un nucleo di memoria chiamata “chiave”, la quale deve fondersi con un elemento denominato Locker Ball ma non a tutti è possibile.
Tutto questo lascia perplessi anche perché la spiegazione risulta ”tirata per i capelli”, il lettore rimane con troppi dubbi . Il disegno oltretutto non aiuta, troppi particolari rende tutto poco comprensibile, specialmente nelle scene d’azione frenetica, un eccesso di dettagli che rende la tavola di difficile lettura e compressione.
Di quest’opera, bisogna sperare in colpi di scena futuri e l’arrivo di nuovi personaggi che potrebbero rianimare le vicende, in tutto questo ho l’impressione che l’autore era poco ispirato e di conseguenza ne sta uscendo un prodotto mediocre.
Si Ringrazia: