Il concetto di fantascienza nei manga ha iniziato ad acquisire questo concetto, da quando il maestro Leiji Matsumoto ha dato vita ad opere immortali dal successo internazionale.
Oltre a titoli di fama mondiale quali “Capitan Harlock”, “Galaxy express 999”, “Yamato”, soltanto per citarne alcuni, vi sono opere che hanno rappresentato la base per questi cult.
Nel 1968 realizza “Sexaroid”, pubblicato in Italia grazie all’Associazione Culturale Leiji Matsumoto, le cui vicende si svolgono nell’anno 2222, in cui il governo Giapponese ha deciso che la popolazione Nipponica deve emigrare su un altro pianeta per mezzo di razzi che montano motori antiprotonici.
Il dipartimento G Intelligence Service del governo Giapponese, ha la missione di proteggere questo segreto progetto, denominato “Kamiyo”, da varie minacce. Tale compito è affidato all’agente Shima, nome in codice G3, dall’indole svogliata e donnaiolo e dalla sexy e provocante androide Yuki, nome in codice numero 7, capace di provare qualsiasi sentimento umano anche quello sessuale.
Attraverso un disegno, dal tratto piuttosto naif, Matsumoto miscela una storia d’azione con riferimenti, neppure tanto velati, sessuali, in contesti che riprenderà in futuro in quello che sarà l’universo dei suoi lavori, in viaggi di ampio respiro nell’immenso cosmo, quel senso di libertà da difendere contro organizzazioni corrotte e individui senza scrupoli che inseguono solo i loro interessi personali.
In “Sexaroid”, l’agente Shima si trova sempre in qualche letto di avvenenti donne, mentre Yuki è sempre presa di mira da maniaci di ogni sorta, danno vita a siparietti piuttosto divertenti che sono il preludio di finali malinconici, una specie di firma dell’autore che ripresenterà nelle opere prossime.
Il tocco del genio artistico comunque lo si denota immediatamente, la lettura coinvolge il lettore ma soprattutto, porta quest’ultimo a ripensare chiuso l’albo, non rimane una lettura fine a se stessa. Uno stile che sarà da esempio per i mangaka che si cimenteranno nel genere fantascientifico.
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