Il nuovo capitolo dedicato allo Spider Man interpretato da Miles Morales è arrivato al cinema. “Across the Spider – Verse” è una storia ricca d’azione e di tanti arrampica muri sparsi nei vari Multiversi che in svariati modi interagiranno con Miles Morales.
Parto dal suo punto di forza, ovvero un insieme di vari tipi di animazione che interagiscono per tutta la durata della narrazione del film, quasi si volesse sperimentare nuove tecniche avvicinandolo sempre di più ai lungometraggi live.
Una sceneggiatura adulta che si alterna a svariati momenti divertenti ad altri di grande drammaticità, con sequenze molto riflessive che lasciano poi il posto ad eventi adrenalinici. In tutto questo però vi sono situazioni che lasciano alcune perplessità, tra le quali un’ eccessiva lunghezza della pellicola senza un finale.
Si ha l’impressione che stia un po’ sfuggendo di mano il concetto di Multiverso, in questo caso Ragno – Verso o meglio poli – multi – universo – verso in cui interagiscono le varie versioni dello spara ragnatele, quindi è possibile incontrare la versione lego, lo spider-man degli Anni 60, la versione dinosauro, la versione videogioco…
Nel film la narrazione si incentra soprattutto sul rapporto tra Morales e la versione ragno al femminile, impersonificata da Gwen Stacy alias Hailee Steinfeld di Terra 65, la quale entra a far parte della “Spider-Society” che hanno il compito di mantenere la stabilità del tessuto del Multiverso. Quando il cattivo di turno, Macchia, il quale agisce nel mondo di Morales fugge sulla Terra 50101 e viene inseguito da Miles, questo si intromette in un evento “canonico” che porta alla distruzione di quella Terra….
Il film diretto da Joaquim Dos Santos, Kemp Powers e Justin K. Thompson, inserisce tanti personaggi tra i quali Jessica Draw ma soprattutto Oscar Isacc che a quanto pare gestisce tutta la società degli Spider -Man. Varie versioni fumettistiche dell’uomo ragno incentrate in contesti futuristici, alter ego del famoso Peter Parker che nella pellicola lo inseriscono come un supereroe in fase di declino, con la funzione di baby sitter per la figlia, tanto da presentarlo in vestaglia e ciabatte. Un’idea non pessima… orribile!
Questo voler cercare l’introspezione interiore all’eroe, il suo senso di responsabilità, la lotta più con se stesso che con forze che arrivano dall’esterno, snaturano completamente il personaggio, dando vita ad un protagonista che può essere qualsiasi cosa, in contesti che per forza non devono svolgersi nel universo Marvel.
Tanta azione in contesti molto differenti che potrebbero disorientare gli spettatori, soprattutto coloro che non sono lettori del fumetto, lasciando troppi dubbi e non convincendo con una sceneggiatura troppo pretenziosa per un cartoons.