La figura del samurai ha sempre affascinato il lettore occidentale, un personaggio avvolto da un alone di leggenda, reso forse anche misterioso per via dell’armatura che indossava.
Il libro “Storia dei Samurai – Cronache dal periodo degli Stati combattenti” realizzato da Francesco Dei e pubblicato dalla Casa Editrice Odoya, è un’attenta analisi e meticolosa ricerca storica inerte al periodo in cui il samurai è stata una figura predominante nel Giappone Feudale. Un lavoro che sa incuriosire, in quanto si inoltra in un periodo in cui il Giappone era chiuso alle relazioni extraterritoriali, secoli in cui ha generato un suo pensiero , cultura, arte e forme guerriere. La più famosa i “Samurai”.
La parola samurai deriva dall’obsoleto verbo “Saburo” ossia servire, ed è da questa condizione di sottomissione che porta ad un legame stretto e inscindibile fino alla morte con il proprio Signore.
L’opera approfondisce il periodo denominato “Sengoku Judai, periodo degli stati combattenti che si instaura tra la fine del XV e l’inizio del XVII secolo, in cui il Giappone era suddiviso in una miriade di feudi perennemente in lotta tra loro e come in Europa, la riunificazione fu perseguita con l’uso delle armi.
Si inizia a parlare di samurai intorno al IX secolo, in un documento militare che si riferiva alle guardie del Palazzo Imperiale di Kyoto . Dal X secolo che lo status di samurai fu rigidamente definito e la promozione a questa classe guerriera divenne acquistabile unicamente attraverso legami di parentela, matrimoni e adozioni.
La struttura del libro ci permette di fare un viaggio storico, in cui i samurai erano semplici guerrieri che si trasformarono in una casta d’èlite denominata “Buke” , i cui comportamenti erano dettati dal “Bushido”, dei cannoni di valore etico ispirati alla dottrina zen: il coraggio, la sincerità, la rettitudine, l’onore, la lealtà… La loro influenza, ebbero la capacità di imporre costumi virili e marziali che hanno caratterizzato la cultura Nipponica fino al XIX secolo.
Elementi imprescindibili del samurai sono il “seppuku” il suicidio rituale e la spada, katana nella quale si racchiude in sé il significato più profondo all’appartenenza della casta dei guerrieri, anche se dal 1543 con l’introduzione delle armi da fuoco nel Paese, la katana assunse sempre più un valore simbolico.
La loro figura divenne sempre più potente e influente, capace di interferire nella sfera politica, tanto da determinare l’istituzione dello Shogun che diverrà il vero detentore del potere politico a discapito dell’Imperatore.
L’autore ci permette di conoscere al meglio, questi turbolenti secoli di lotta attraverso tre figure predominanti che portano il Giappone all’unificazione: Oda Nobunaga, Toyotomi Hideyoshi e Tokugawa Ieyasu, i quali seppero giocare mosse importanti attraverso battaglie, alleanze e matrimoni, per il futuro destino del Sol Levante, in un epoca ove il controllo centrale veniva meno e in cui ogni clan pensava al proprio interesse.
L’evolversi degli avvenimenti, non solo interni al Giappone ma anche mondiali, portarono la figura del samurai al folclore odierno, con la battaglia navale di Hako Date del 1863 si metteva fine, dopo 800 anni, fine al feudalesimo e l’imperatore tornava ad essere al centro del potere. Nel 1873 un’ordinanza interdì ai samurai di portare due spade, simbolo del Bushi e l’anno seguente fu abolita la casta guerriera. Nel 1877 venne repressa nel sangue la rivolta dei samurai. Questo episodi ne decretò definitivamente la fine di una casta che dominò per secoli sul Giappone.
Un libro scritto meticolosamente e in maniera semplice, in maniera che il lettore possa capire bene tutti i legami che intercorrono tra i vari personaggi che hanno segnato la storia Nipponica. Le vari battaglie, gli assedi, le alleanze, i costumi e i vari riti che accompagnavano queste figure, man mano che leggiamo le pagine ci diventano sempre più famigliari e se da un lato perdono un po’ quel fascino leggendario che ci eravamo costruiti attraverso i film e gli anime, acquistiamo una consapevolezza storica non indifferente per il nostro bagaglio culturale. L’autore Francesco, con questo suo lavoro, ha saputo colmare quella grossa lacuna scolastica, ovvero non affrontare il tema storico dell’estremo Oriente.