Di generi letterari e quindi anche fumettistici, deduco che siano ormai stati tutti esplorati, ora si legge degli ibridi , dei mix in cui di nuovo c’è poco o niente.
E’ il caso del manga “ Violence Action” disegnato da Renji Asai e sceneggiato da Shin Sawada, pubblicato dalla J-pop, una spy story con elementi di humor nero e commedia urbana, in un contesto surreale e a volte grottesco.
Kei Kikuno è una ragazza che è un eccellente killer, la quale viene contattata tramite il sito “ Agenzia Pururun, ragazze al naturale in pronta consegna”, in cui si fingono delle escort.
Lo scopo principale di Kei che risulta sempre molto apatica, quasi assente è poter superare l’esame di contabilità, tanto da studiare anche durante un esecuzione. Abbiamo quindi una protagonista che è sia un’assassina che una studentessa, il cui lavoro che compie lo vive come fosse qualcosa di normale, un’attività per pagarsi gli studi.
L’opera, anche ben disegnata con un’attenzione ai particolari è ricca d’azione e colpi di scena vive di un surrealismo eccessivo, quasi fosse tutto un set cinematografico alla Quentin Tarantino, dove il dramma viene nascosto da affermazioni o comportamenti folli.
Kei, sotto un certo aspetto, ricorda la protagonista del film Nikita ma in una versione molto meno cupa e drammatica, assoldata per compiere omicidi, questo gesto lo vive con naturalezza e con un certo fastidio perché gli impedisce di studiare, senza domandarsi perché deve eliminare una persona.
Per il momento le storie sono autoconclusive, non vi è una vera e propria trama di fondo, la quale mi auguro che si inneschi, perché altrimenti rimarrebbe un manga dalla lettura a se stante, tutto questo rende le tavole ovattate, ovvero non si ha una percezione di quello che accade all’esterno della vita della kille-studentessa che porta il lettore a domandarsi fino a che punto è in grado di spingersi la protagonista nel compiere il suo “lavoro” cercando di avere anche una propria vita.
Si Ringrazia: