Ciao a tutti, mi chiamo Marco Daeron Ventura e sono uno sceneggiatore di fumetti. O perlomeno, ci provo! Scrivere e raccontare storie è quello che vorrei fare da sempre, ma non è facile.
Sono molto attivo nel mondo del fumetto indipendente e ho all’attivo molte pubblicazioni come la saga di Norby, le Cronache di Gorlond (Drag Queen VS Principescort e Sex And the Thrones), la saga di Shadows e il volumone di Milite Ignoto.
Nel tempo libero faccio l’insegnante, collaboro con uno studio pubblicitario qui a Torino dove vivo, gioco a basket e pettino gatti. Soprattutto il pettinare i gatti è la cosa che mi porta via più tempo in assoluto! ^_^
E volevo ringraziare il mitico Jubei e tutto “Mondo Japan” per questa intervista.
Cosa ti ha spinto a diventare sceneggiatore di fumetti.
parto da una considerazione principale: cosa mi ha spinto a diventare sceneggiatore. E la risposta è un po’ semplice, ma è la verità, ovvero il piacere e il desiderio di raccontare storie. Talvolta anche un po’ la necessità.
E’ una maniera, per me, di comunicare con il mondo. E ho scelto la sceneggiatura perché adoro il concetto, molto moderno, di sinergia tra testo e immagini. Viviamo nella civiltà dell’immagine per cui secondo me non si può prescindere più di tanto da questa cosa.
Tra l’altro, inizialmente ero molto più orientato sul cinema. Poi, un po’ per impossibilità a lavorarci davvero come autore e un po’ grazie ad una ormai leggendaria chattata con un mio carissimo amico, ho virato verso il fumetto.
E da lì non ho più voluto schiodarmi tanto ho adorato questo mondo (e non solo come lettore, ovviamente)
Che percorso di studi e di formazione hai intrapreso.
come si sarà già intuito, ho iniziato con studi in campo cinematografico al D.A.M.S. qui a Torino. Poi, volendo per l’appunto muovermi verso il fumetto, ho fatto una scelta molto specifica con la Scuola Internazionale di Comics, sempre qui a Torino. Sotto la guida di grandi autori come Manfredi Toraldo e Massimiliano Valentini.
E da un certo punto di vista, è stata la svolta! Sia a livello di preparazione che di primi veri “contatti” con questo mondo che prima non avevo per niente.
Ma intendiamoci, si continua a “studiare” ancora adesso. Non si smette mai di imparare. E aggiungo per fortuna!
Le maggiori difficoltà che hai riscontrato.
La prima in assoluto è sicuramente il trovare disegnatori con cui lavorare. Un grande editore te li fornisce lui i disegnatori, ma per tutto il resto… Se sei uno sceneggiatore che non ha mai pubblicato niente è dura! Ma giustamente, perché non hai ancora dimostrato niente. Bisogna anche essere fortunati.
E io ritengo di esserlo stato, perché ho avuto (e ho ancora) il piacere di collaborare con un sacco di ragazzi talentuosi. Che è fondamentale, perché il fumetto basandosi anche sul disegno necessita di un bella (o perlomeno funzionale) parte grafica.
L’altro grande problema che in tanti sottovalutano è… Il farsi leggere. Convincere un editore a leggere un progetto (spesso molto testuale) è per esempio un’impresa titanica per tutta una serie di motivi così come spesso, soprattutto in questo tempo di crisi, è difficile convincere un lettore a comprare un tuo fumetto “sulla fiducia” se non sei nessuno.
In generale, per riassumere, emergere è davvero complesso. Ma ci stiamo lavorando!
Hai avuto qualcuno a cui ispirarti?
Come ispirazione “autoriale”, te ne potrei citare a vagonate. Potrei dirti Neil Gaiman, Alan Moore, Tiziano Sclavi, il Giancarlo Berardi di Ken Parker, Hugo Pratt, Jeff Smith, Hayao Miyazaki e tanti altri. Magari valessi anche solo un centesimo di ognuno di loro!
Invece, nel mondo del fumetto indipendente, una persona di riferimento c’è: al di là di Manfredi Toraldo con cui collaboro tutt’ora, quest’altra persona si chiama Tommaso Destefanis ed è uno sceneggiatore davvero bravo che gestisce una sua etichetta indipendente, il Crazy Camper.
Ricordo di quando, in una piovosa giornata lucchese di alcuni fa, la prima che affrontavo come potenziale professionista, fu lui a “tentarmi” nell’intraprendere questa strada. Ed è stato davvero un bene, altrimenti ci sarei arrivato molto dopo e soprattutto non mi starei togliendo le soddisfazioni che mi sto togliendo ora.
Tra le opere a cui hai lavorato, c’è ne una a cui sei più legato.
No, non penso. Li considero tutti figli miei. Le uniche che potrei elevare in qualche modo sono magari Norby e Milite Ignoto, ma per due motivi molto semplici: Norby è stato il primo fumetto che ho pubblicato, mentre Milite Ignoto la prima storia che ho mai scritto per il fumetto.
E’ un po’ come ricordare il primo innamoramento e il primo bacio.
Per uno sceneggiatore, quali sono le fonti di ispirazione per realizzare l’opera.
Se stessi e il proprio bagaglio culturale/esperienza. E’ davvero inevitabile per uno sceneggiatore (ma in generale per un artista, credo) non mettere un po’ di se stessi in questo lavoro, per cui… Si pesca sempre da quello che abbiamo dentro e da quello che conosciamo. Mescolandolo, nascondendolo, modificandolo. Si inventa, certo, ma non così tanto come si potrebbe pensare! Poi ovviamente questa è la mia opinione, ognuno lavora a modo suo.
Quanto può influire il disegnatore nel realizzare le idee dello sceneggiatore.
Deve influire, a prescindere. Secondo me una buona sinergia tra disegnatore e sceneggiatore è fondamentale per realizzare qualcosa di magico e importante. Se uno predomina troppo sull’altro è la fine. A parte forse quando si parla di geni totali, ma quello è un altro discorso…
A me per esempio piace sempre ascoltare i suggerimenti e le proposte dei disegnatori con cui collaboro. Poi non è detto che queste cose siano sempre inserite, ma l’importante è parlarne. L’incontro (nel senso più ampio del termine) è sempre fondamentale per partorire nuove idee.
Cosa ne pensi del panorama fumettistico Italiano? ci sono possibilità per emergere oppure è un circolo chiuso per pochi?
E’ una bella domanda. L’Italia ha due fortissime tradizioni interne (Bonelli e Disney) che inevitabilmente vanno a condizionare il modo di fare fumetti. Ma al tempo stesso ha anche una base molto forte di fumetto indie, grazie al web e ai costi di stampa tutto sommato accettabili che si possono affrontare per un’autoproduzione.
Si può emergere, le idee ci sono. Certo, è davvero complicato anche per l’enorme offerta di fumetto indipendente che viene proposta da un po’ di anni a questa parte.
Quello che dico sempre a tutti è di fare un giro nelle aree “self” delle fiere di fumetto. Si trovano davvero delle piccole perle, talvolta. Magari con alcune ingenuità, ma vedi dei potenziali enormi.
Ed è quello di cui i grandi editori dovrebbero accorgersi per rinnovarsi un po’. A. Alcuni lo stanno già facendo (partendo dal web) ma non basta. Non basta ancora.
In generale, ci vuole coraggio, come in tutti i campi della vita. Evoluzione. Crescita. E deve essere costante, o si rischia la stagnazione. Le rane ci sguazzano, ma non si può rimanere rane tutta la vita…
Il tuo è un umorismo semplice, di facile impatto ma soprattutto non volgare. Pensi che sia un punto di forza o uno svantaggio, dato che stroppo spesso gli editori preferiscono sceneggiature volgari e con riferimenti sessuali.
Io in realtà sono abbastanza eclettico nella comicità (credo). Quindi non avrei problemi a usare una comicità volgare, per dire! Però sì, a parte qualche doppio senso qua e là non mi spingo mai troppo in questo aspetto. O meglio, non mi piace spingermi su questo aspetto, che oltretutto è un tipo di comicità molto “facile”, io vorrei aspirare a far ridere senza ricorrere a questi aspetti. Norby è l’esempio lampante di questo mia ricerca.
Non saprei dirti se sia uno svantaggio o meno, onestamente mi interessa poco. Come dicevo, semplicemente una è più “facile” dell’altra.
Progetti per il futuro?
A tonnellate. A livello di progetti miei personali, per Lucca Comics 2015 posso dire che sicuramente sto lavorando ad una nuova storia di Norby. Sono davvero felice di come sta venendo fuori, ci stiamo già lavorando da mesi e mi sbilancio dicendo che nel suo totale sarà davvero la più bella storia norbesca mai fatta!
Poi, visto che l’abbiamo già annunciato sul sito della ManFont, posso dire che sto lavorando sul seguito di Esso – l’Ultimo Fumettista Libero e su quello di Sex and The Thrones (che però uscirà nel 2016).
Più qualche altro progetto sparso e cose su cui non posso ancora proferir verbo!
Oltre al fatto che sto facendo delle prove per un grosso editore italiano. Di più, anche qui, al momento non voglio dire per scaramanzia.
E’ il tuo momento….
oddio, cosa devo rispondere qui?? 😀
L’unica cosa che mi sento di dire è… Fate un salto sul mio blog (marcodaeronventura.wordpress.com) e sul sito della ManFont (www.manfont.org)
Per il resto… See you, comics cowboys!
—
Marco Daeron Ventura
Writer – Comics Writer – Blogger – Dreamer