Quando la semplicità rende una storia interessante è il caso del manga “Hyouka” di Honobu Yonezawa.
Lo studente liceale Hotaro, che non ha nessun interesse tanto che il suo motto è: ” se posso non fare una cosa non la faccio. Se devo farla, allora sarà meglio farla in fretta.” E’ costretto ad entrare al club di letteratura classica, perché sua sorella maggiore ne faceva parte e soprattutto non avendo più iscritti, potrebbe essere cancellato, questo turberebbe la sorella.
Il ragazzo, convinto di non trovare nessuno nel club, rimane sorpreso quando invece ne fa parte una ragazza dai capelli lunghi e neri e dagli occhi grandi: la studentessa Chitanda Eru. La sua curiosità la porterà a coinvolgere Hotaro e il suo amico Satoshi Fukube a risolvere dei misteri presso il loro Liceo Kamiyama.
Il manga è di facile lettura, veloce e coinvolgente, soprattutto per quel carattere distaccato, pigro, superficiale di Hotaro. Il rapporto che nasce e che matura durante le varie vicende, tra Hotaro e Eru, ricorda un po’ quello tra Holmes e Watson, in cui il ragazzo, senza tanto entusiasmo ma con grande deduzione e osservazione, risolve i casi.
Non ci troviamo, come nella serie di “Detective Conan” e neppure nel genere di misteri occulti, anche se la situazioni all’apparenza risultano misteriose e tetre, invece hanno risvolti “banali”. La capacità dell’autore è nel riuscire a realizzare la trama e catalizzare l’attenzione del lettore, su un avvenimento dal finale “tutto qui!” che però crea una certa suspense durante lo svolgimento delle indagini.
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