Se cercate un film in cui i protagonisti sembrano dei giocatori di ruolo incapaci che agiscono completamente a caso, la trama non ha minimamente senso, vengono usate parolone scientifiche a caso perché fa figo, l’evento scatenante di tutta la vicenda è una decisione presa da un decerebrato probabilmente scelto come membro della ciurma perché lo han trovato nelle patatine… Beh è il film che fa per voi.
Attenzione spoilers (ma alla fine chi se ne frega, tanto non ci andrete mai a guardarlo).
Il film inizia con la scena della nave spaziale Covenant incaricata di recarsi su Origae-6 con lo scopo di colonizzare il pianeta. L’astronave trasporta oltre 2000 coloni, circa 1400 embrioni, l’equipaggio e il sintetico (droide) responsabile alla guida della nave, dal momento che tutti i passeggeri viaggiano in condizioni di ipersonno.
La nave è costretta a fermarsi e a spiegare le vele a pannelli solari per ricaricarsi quando una tempesta di neutrini investe la nave causando ingenti danni: già qui la scelta dei neutrini è discutibile, dal momento che sono particelle piccolissime, prive di carica e incredibilmente restie a interagire con la materia. Noi stessi siamo investiti ogni giorno da miliardi di neutrini senza subire danni, ma vabbè, andiamo avanti.
La nave si ritrova danneggiata e l’equipaggio viene svegliato dal sintetico Walter, ma il capitano muore arso vivo all’interno della propria criocapsula che risulta difettosa, impedendone l’apertura.
Dopo aver riparato l’astronave (tralasciamo la presenza dei suoni nello spazio), l’equipaggio riceve una strana trasmissione radio originato da un pianeta sconosciuto, i cui studi preliminari fatti sul momento indicano inaspettate condizioni favorevoli alla vita (atmosfera respirabile, acqua, vegetazione), cosa che dovrebbe destare un minimo di sospetto.
Invece il nuovo capitano in comando, al posto di proseguire la missione verso la meta definita da anni (ANNI) di studi precedenti, decide che è meglio fermarsi su questo pianeta mandato dalla provvidenza dal quale arriva un segnale radio il cui messaggio è Take me Home Country Road…
Sul serio?
Innanzitutto, una persona scelta per far parte dell’equipaggio di una nave spaziale con la missione di costruire una colonia su un preciso pianeta, dovrebbe avere un minimo di addestramento. Ad esempio, dovrebbe saper prendere le proprie decisioni mettendo in primo piano lo scopo della missione sempre e comunque. Invece a quanto pare questo punto non deve essere stato preso in considerazione dallo sceneggiatore del film, dato che ogni volta che il comandante di turno deve scegliere tra essere certo di salvare la specie o rischiare tutto perché è convinto di avere ragione o perché non riesce a controllare le proprie emozioni… beh ovviamente sceglierà la seconda opzione.
Ora, una domanda a voi: se doveste scendere su un pianeta sconosciuto, indossereste una tuta protettiva con un casco o qualcosa per ripararvi da, non so, batteri sconosciuti alla specie umana? Tossine di piante aliene? Virus che fanno crescere xenomorfi dentro di voi uccidendovi? Si?
Beh no, le truppe addestrate alla colonizzazione preferiscono scendere con delle tutine di cotone e con dei mitra… E, giustamente, due ci restano secchi prima di subito.
La cosa migliore di tutto il film sembra essere il sintetico. O meglio i sintetici, visto che Michael Fassbender in questo film interpreta non uno, ma ben due personaggi e, per quanto il doppiaggio non ci permetta di cogliere la sua recitazione originale, nella versione italiana i suoi sono certamente i personaggi più riusciti.
Anche gli xenomorfi non sono fatti male, e la pellicola dà la possibilità di vedere gli Alien in diverse forme, dato che ci racconta di come l’alieno più famoso del cinema è venuto alla luce.
In sostanza, l’idea sulla nascita degli Alien è buona e ha senso nell’universo in cui è inserita, ma ogni buona storia, per reggere, ha bisogno che le scelte fatte dai suoi personaggi siano realistiche, e non che le decisioni vengano prese “perché la trama deve andare in quella direzione”.
Se i personaggi fossero stati scritti con un quoziente intellettivo almeno di medio livello, questa storia non sarebbe esistita. Forzare i personaggi a comportarsi in un modo insensato solo per fini di trama è qualcosa che stanca lo spettatore, perché la sua prima reazione è: che senso ha? Nessuno.
Come questo film.
Marco Cerutti